L'indice Demoskopika fotografa la pressione turistica nelle città italiane: Napoli e Milano peggio di Roma e Firenze, ma chi c'è in vetta alla classifica?
Estate, sole, valige pronte e…sovraffollamento. A guardare le nuove classifiche dell’Indice Complessivo del Sovraffollamento Turistico (ICST) , elaborata dall’Istituto Demoskopika e pubblicata da ANSA, l’overtourism non è più solo un problema per Venezia.
Da nord a sud sono tante le città italiane a rischio “collasso turistico”. A guidare la classifica troviamo Bolzano, Venezia e un’altra città che da sempre è frequentatissima dai turisti in estate. Ma vediamo meglio cosa si legge nell’indagine.
Turisti ovunque: le città al limite
Secondo l’indagine Rimini conquista il poco invidiabile primo posto per densità turistica, con oltre 17mila presenze per km quadrato. Segue Venezia con quasi 16mila. Ma il dato che fa davvero riflettere è Bolzano: quasi 69 turisti per abitante, un rapporto che trasforma il capoluogo altoatesino in un sorta di parco a tema a cielo aperto, dove i residenti sono una minoranza silenziosa tra i flash delle fotocamere.
E se pensate che il prezzo da pagare sia solo qualche fila in più al museo vi sbagliate di grosso. Rimini detiene anche il primato nazionale per la produzione pro capite di rifiuti urbani legati al turismo: 76,8 kg per turista. A confronto Benevento (tra le province meno esposte) registra appena 0,5 kg. Una differenza inquietante che fa luce sull’impatto ambientale del turismo di massa.
Milano e Napoli superano Firenze e Roma
Sebbene Firenze e Roma siano da tempo sotto osservazione per l’eccesso di turismo, sono Napoli e Milano a fare un balzo in classifica, posizionandosi rispettivamente al quinto e al sesto posto. Un dato che riflette la crescita attrattiva di queste due città, ma anche la fragilità delle loro infrastrutture nell’alta stagione.

Completano la top Ten Livorno , Trento, Verona e Trieste. E mentre Aosta, Siena e Firenze restano in “zona rossa” per carico turistico, città come Rieti, Benevento, Isernia e Campobasso sono ancora ai margini del turismo di massa, con tutti i vantaggi (e gli svantaggi) del caso.
“L’overtourism non è più soltanto una sfida, ma è una priorità che investe la sostenibilità delle destinazioni italiane”, hanno asserito i ricercatori di Demoskopika. “Non riguarda solo l’esperienza del turista, ma condiziona anche la qualità di vita delle comunità locali. L’aumento del sovraffollamento è un campanello d’allarme che impone interventi urgenti e strategici”.
I ricercatori progono anche diverse soluzioni: “Dalla regolazione dei flussi nei periodi di punta alla promozione di mete alternative, fino a incentivare in modo più efficace i viaggi lungo tutto l’arco dell’anno, valorizzando anche i mesi tradizionalmente meno turistici”.
Il messaggio è chiaro: bisogna agire ora, puntando su una governance del turismo più intelligente. Perché se il turismo deve restare una risorsa per il Paese, è essenziale che non si trasformi in un boomerang.
Il report è utile anche per ripensare al concetto stesso di turismo. Non più solo “vedere tutto in tre giorni” ma vivere i luoghi con lentezza, anche fuori stagione e lontano dai circuiti più battuti. L’Italia è fatta di borghi, parchi naturali, città minori che aspettano solo di essere (ri)scoperti.
