Delitto di Garlasco, la genetista Denise Albani ha escluso contaminazioni recenti sul tampone di Ignoto 3, ma sono in programma altre comparazioni genetiche
DELITTO DI GARLASCO, DNA DI IGNOTO 3 È VECCHIO?
Arrivano conferme alle indiscrezioni delle ultime ore sul DNA di Ignoto 3, la traccia genetica sconosciuta trovata su una garza usata per il tampone orale su Chiara Poggi. Sono state escluse contaminazioni da parte di Denise Albani, perito incaricato dal gip di Pavia di effettuare gli esami irripetibili nell’ambito della nuova indagine sul delitto di Garlasco.
L’esperta ha concluso che il profilo in questione non dovuto a una contaminazione da parte di coloro che hanno maneggiato recentemente il reperto.
La genetista, come riportato dall’Ansa, ha confrontato il profilo genetico di “Ignoto 3” con quello delle persone presenti durante le analisi di laboratorio: i suoi collaboratori e i due consulenti Luciano Garofano e Marzio Capra. Il primo assiste i legali di Andrea Sempio, recentemente indagato, mentre il secondo è stato nominato dalla famiglia Poggi.

Per scongiurare il rischio di “inquinamento” è stato effettuato un tampone a tutti i soggetti coinvolti, che non ha dato alcun esito. Non è stata, quindi, rintracciata alcuna corrispondenza con chi ha preso parte all’esame eseguito nell’ambito dell’incidente probatorio.
DELITTO DI GARLASCO, IN PROGRAMMA NUOVE COMPARAZIONI
Non sono stati sottoposti al medesimo esame gli altri consulenti, come quelli della difesa di Alberto Stasi, poiché hanno assistito all’esame genetico restando dietro una vetrata, quindi non c’era alcun pericolo di contaminazione.
Si tratta di un primo importante riscontro per la genetista forense, che attualmente si trova in ferie, fissate mesi fa quando non era stata ancora incaricata dal gip di Pavia di occuparsi degli esami per la nuova inchiesta sul delitto di Garlasco. Quando rientrerà dalle ferie, il perito dovrà occuparsi del confronto tra Ignoto 3 e i profili di chi potrebbe essere entrato in contatto con quella garza in passato.
Si fa riferimento, per esempio, a chi scattò fotografie nella sala in cui venne eseguita l’autopsia su Chiara Poggi e ad altri eventuali assistenti di Marco Ballardini, il medico legale responsabile dell’esame autoptico. Questo perché l’infermiere che all’epoca si occupò della preparazione del cadavere è già stato identificato come possibile fonte del DNA rinvenuto sulla garza, il che suggerisce una contaminazione accidentale.
