Delitto di Cogne, perché Annamaria Franzoni è libera e chi ha comprato la villetta dove è stato ucciso il piccolo Samuele Lorenzi
ANNAMARIA FRANZONI E IL RITORNO IN LIBERTÀ: COSA SUCCESSE
Annamaria Franzoni, finita in carcere per il delitto di Cogne, di cui si parla oggi a Il Caso su Rai 3, è libera dal 2019, dopo aver scontato la sua pena. In realtà, ha lasciato il carcere con qualche mese di anticipo rispetto a quanto ci si aspettava, visto che poté sfruttare molti giorni di liberazione anticipata in virtù della sua buona condotta.
Nel 2008 fu condannata a 16 anni di reclusione per l’omicidio del figlio Samuele Lorenzi, avvenuto sei anni prima. Tuttavia, già nel 2014 aveva lasciato il carcere, passando alla detenzione domiciliare nella località di Ripoli Santa Cristina, nel Bolognese. Poi si sarebbe trasferita in una casa più isolata.
Eppure, si è sempre proclamata innocente, anche quando ha terminato di scontare la sua pena. È importante sottolineare che, sebbene la condanna fosse di 16 anni, in realtà ne ha effettivamente scontati 11. Questo perché alla pena furono sottratti tre anni grazie all’indulto, a cui si aggiunsero ulteriori riduzioni dovute alla liberazione anticipata, concessa a chi partecipa a percorsi di rieducazione e reinserimento sociale.

Così si possono ottenere fino a 45 giorni ogni semestre di detenzione, tenendo conto anche di quella domiciliare. Rimase nel carcere di Bologna fino al 2014, poi seguì quasi cinque anni di detenzione domiciliare a Ripoli. Nel frattempo, Annamaria Franzoni aveva già ottenuto il beneficio del lavoro esterno presso una cooperativa sociale e alcuni permessi per trascorrere del tempo con i figli, incluso il più piccolo, nato un anno dopo il delitto di Cogne.
DELITTO DI COGNE, IL DESTINO DELLA VILLETTA
Tra le persone che espressero soddisfazione per il suo ritorno in libertà ci fu anche l’avvocato Carlo Taormina, che difese Annamaria Franzoni fino al 2007. Ma non si risparmiò delle frecciatine per il contenzioso con la sua ex cliente, per via dei 400mila euro di onorario che gli doveva.
Il legale dichiarò a La Zanzara che avrebbe voluto recuperare la somma tramite il pignoramento della villetta di Cogne, ma non fu possibile. Avrebbe voluto rivendere la villa, ma non poté neppure rivalersi sui conti correnti. «Praticamente m’ha fregato. Posso riprendere quei soldi solo se si mette a lavorare e faccio il pignoramento presso terzi per lo stipendio che prende», dichiarò Taormina.
Sul destino della villetta di Cogne non ci sono notizie, ma negli ultimi anni emerse che era ancora nella disponibilità della Franzoni. Infatti, a vent’anni dalla morte di Samuele Lorenzi, la madre aprì l’ingresso di casa per trascorrervi alcuni giorni con il marito in vista delle festività di Capodanno.
La voce si diffuse subito nell’abitato, ma non era la prima volta che la famiglia era tornata a Montroz. La villetta, scriveva Il Riformista nel 2022, era rimasta di proprietà della famiglia Lorenzi e Franzoni, anche se due anni prima il tribunale di Aosta aveva disposto la vendita all’asta su richiesta di Taormina.
Ma l’asta venne prima sospesa, nell’ambito di un accordo tra le parti, e poi annullata. Quindi, la procedura esecutiva venne dichiarata estinta.
