Secondo un recente sondaggio di Promos Italia, più del 70% delle imprese italiane teme gli effetti dei dazi USA: criticato fortemente l'operato dell'UE
Sono stati pubblicati in queste ore i risultati di un sondaggio condotto da Promos Italia – ovvero l’Agenzia Nazionale delle Camere di commercio per l’Internazionalizzazione delle Imprese – su 150 differenti imprese alle quali è stato chiesto di valutare gli effetti dei dazi USA recentemente discussi da Trump e von der Leyen: il valore delle tariffe (è certamente utile partire da qui) è stato fissato al 15% rispetto al 30% inizialmente minacciato dallo statunitense; ma oltre a questo non mancano numerose concessioni fatte dall’UE che minano profondamente la libertà di commercio tra paesi.
Al di là degli effettivi dazi USA, il primo – e certamente più importante – dato che emerge dal sondaggio di Promos è che più dell’89% delle imprese che hanno risposto ha confermato di essere attiva sui mercati esteri, tra un 76,3% in misura “regolare” e un altro 13,4% in misura “limitata”: il primo mercato (presente nell’86,6% delle risposte) è quello europeo, seguito dagli USA (55,7%), dal Medio Oriente (28,9%), dall’Asia (27,8%) e dall’America Latina (13,4%).
Ovvia – d’altra parte – la netta predominanza di imprese che ritengono che gli effetti dei dazi USA finiranno per intaccare la competitività europea: non a caso il 71,1% ritiene che gli effetti saranno negativi, tra il 20,6% che li ritiene comunque “limitati” e una maggioranza assoluta del 50,5% che si dice certa che creeranno ampie difficoltà; mentre solamente poco più del 20% ritiene che contribuiranno a mantenere competitivo l’export.
Quali effetti avranno i dazi USA sull’export delle imprese italiane: il sondaggio condotto da Promos Italia
Soffermandoci nel capitolo degli impatti (positivi o negativi) stimati dei dazi USA sul mercato italiano ed europeo, secondo le 150 imprese sentite da Promos Italia, il 34% teme soprattutto l’impatto della nuova burocrazia che si andrà a creare, con un ulteriore 19,6% pensa che sarà necessario riorganizzare la supply chain; e mentre dal punto di vista degli impatti positivi stimati, il 20,6% vede nei dazi USA la possibilità di aprire nuove vie commerciali e un altro 5,2% crede che si ridurranno i costi doganali, il 30,9% dei rispondenti è fiducioso e crede che non vi sarà alcun reale impatto rilevante.

Interessante, comunque, notare che tra le imprese sentite da Promos il 26,8% – pur a fronte dei dazi USA – non intende rivedere le sue strategie commerciali estere e il 46,4% lo farà, seppur in larga parte (36,1%) in misura solamente “parziale” e con un ulteriore 57,7% di imprese che già temono anche gli effetti sull’export delle ovvie variazioni che ci saranno nel cambio tra euro e dollaro; non stupirà che il 77,3% dei rispondenti al sondaggio bocciano l’operato dell’Unione Europea (solo poco più del 18% lo premiano).
