Lombardia Nera torna sul caso di Garlasco e per l'occasione ha intervistato Marzio Capra, genetista della famiglia Poggi: le sue parole
Il genetista della famiglia di Chiara Poggi, Marzio Capra, è stato intervistato ieri sera dai microfoni di Lombardia Nera, approfondimento di Telelombardia, per parlare ovviamente del caso di Garlasco. Il focus della chiacchierata è stata sull’impronta 33 e sulla consulenza presentata dai legali di Alberto Stasi secondo cui quella traccia – ricordiamo lasciata sul muro vicino al corpo della vittima – apparterrebbe ad Andrea Sempio e lo dimostrerebbero 15 minuzie.
Secondariamente sarebbe intrisa di sudore e sangue come dimostrato da una serie di test che tra l’altro spiegherebbero anche che dopo aver passato la ninidrina il combur test e l’obt test, quelli che solitamente si fanno per scoprire eventuale sangue nelle impronte, risulterebbero negativi.
DELITTO DI GARLASCO, CAPRA E L’IMPRONTA 33
La pensa però diversamente Capra, secondo cui la 33: “E’ una impronta parziale, con poche minuzie e molte di queste non corrispondo con Andrea Sempio quindi non comprendo come si possa ricondurre questa evidenza ad un soggetto, in particolare a Sempio”. Si è parlato poi di ignoto 3, il dna rinvenuto nella garza passata nel cavo orale della povera vittima, e che al momento non è stato ancora identificato.
I consulenti e i legali della famiglia Poggi sono però convinti che si tratti di inquinamento, di contaminazione e a riguardo Marzio Capra, che ispezionò già nel 2007, durante la prima indagine, la garza, ha spiegato a Telelombardia: “Nelle temperature che contraddistinguono il nord Italia al mese di agosto è un attimo che possa avvenire lo sviluppo di batteri e muffe ed è quello che purtroppo è avvenuto sopra questo reperto”.

DELITTO DI GARLASCO, CAPRA E IGNOTO 3: “GIA’ NEL 2007…”
Poi precisa “Già nel 2007, quando era stata ispezionata questa garza, si era potuto apprezzare che in parte vi era la presenza di muffe, batteri non si sono visti ma quando ci sono le muffe c’è anche una componente batterica”. Ma si potrà ricavare qualcosa da questo dna? Marzio Capra non lo esclude ma secondo lo stesso genetista sarà l’ennesimo buco nell’acqua di questa nuova indagine su Garlasco che ricordiamo, vede Andrea Sempio unico indagato ma in concorso.
“Si può ottenere qualche cosa – spiega il consulente della famiglia Poggi – chiaramente non sarà più come materiale fresco, ma con i metodi che abbiamo oggi è normale estrarre il dna da materiale ammuffito, ma per me sarà l’ennesimo buco nell’acqua come sono stati fino ad ora tutti gli accertamenti esplorati, nel senso che si è voluto andare a vedere se su tutte le 60 impronte (quelle conservate negli acetati ndr) c’erano tracce di dna e i risultati purtroppo sono stati quelli diffusi e quindi un buco nell’acqua”. Insomma, l’ennesimo scontro a distanza fra accusa e difesa, con i primi (procura e Stasi) che si dicono certi che Sempio fosse sulla scena del crimine mentre per i secondi la verità è scritta da anni, ed è quella che porta ad Alberto Stasi.
