Chi sono Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro e cosa fanno oggi: condannati nel 2003 per l'omicidio di Marta Russo alla Sapienza di Roma
Protagonisti – a detta loro del tutto innocenti – per il singolare omicidio di Marta Russo, Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro sono stati tra le figure più controverse e criticate dei primi anni 2000 e questa sera finiranno anche protagonisti della nuova puntata di “Dark Lines” nella quale Valentina Romani ripercorrerà quello passato alla storia della cronaca nera italiana come il delitto della Sapienza di Roma.
Prima di arrivare a Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro e a quello che fanno oggi, vale certamente la pena riavvolgere brevemente il nastro per capire cosa successe a Marta Russo: la studentessa da poco 22enne, la mattina del 9 maggio del 1997 si trovava per le strade interne dell’enorme ateneo della Sapienza di Roma in compagnia di un’amica – tale Jolanda Ricci -, quando venne tragicamente raggiunta da un proiettile alla testa.
La studentessa morì pochi giorni più tardi durante il ricovero al nosocomio capitolino e dopo lunghissime indagini che seguirono le più disparate piste, nel 1997 si arrivò a Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro: i loro nomi furono fatti da una testimone – la dottoranda Maria Chiara Lipari – che riferì di averli visti all’interno dell’aula dell’edificio di giurisprudenza dal quale fu (secondo le indagini) esploso il proiettile letale per la studentessa 22enne.

Processi e condanne per l’omicidio di Marta Russo: cosa successe, secondo gli inquirenti, alla Sapienza
Quello a carico di Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro fu un processo del tutto indiziario, partito dalla suggestiva ipotesi – poi caduta durante i processi – che i due assistenti universitari provarono a inscenare un “delitto perfetto” senza un reale movente e giunto fino a una piena condanna con l’idea che stessero maneggiando incautamente una pistola dalla quale partì il colpo per errore, attingendo alla testa della studentessa: arma, di fatto, mai trovata con i due indagati che per tutta la durata dei processi si sono sempre professati innocenti.
Circostanza – quella dell’innocenza – che è piuttosto interessante perché se Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro avessero confessato se la sarebbero cavata con pene complessivamente minori, ma in ogni caso al termine del processo nel 2003 il primo fu condannato a 7 anni di reclusione con l’accusa di omicidio colposo – sostenendo proprio la tesi del colpo partito accidentalmente – e il secondo a 4 anni per favoreggiamento personale.
Cosa fanno oggi Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro, condannati nel 2003 per l’omicidio della Sapienza
Ma quindi, cosa fanno oggi Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro? Il primo, dopo aver scontato interamente la sua condanna in carcere – continuando sempre e comunque a professarsi innocente – nel 2011 provò a tornare nel mondo accademico ottenendo alcune cattedre che suscitarono l’indignazione pubblica e lo costrinsero a uscire di scena; mentre oggi per quello che sappiamo dopo essersi sposato con Cinzia Giorgia si è dedicato al mondo della traduzione e del ghost writing.
Salvatore Ferraro, invece, uscì di prigione solamente 1 anno e mezzo dopo la condanna e – dopo i domiciliari – si è dedicato alla vita politica, tesserandosi con il Partito Radicale con il quale si batté per i diritti dei detenuti; mentre sappiamo anche che ha pubblicato diversi scritti, ha fatto parte di una band musicale, ha collaborato alla stesura del film “Cattive inclinazioni” e oltre a essere un avvocato penalista, lavora anche nella libreria dalla moglie.
