Luciano Violante - da non credente - riconosce nella Chiesa l'essere all'altezza delle domande di senso che i giovani hanno posto al Giubileo 2025
“NON È IL NUMERO MA LA DOMANDA DI SENSO CHE DEVE COLPIRE”: LUCIANO VIOLANTE ‘LEGGE’ IL GIUBILEO DEI GIOVANI
Con una lettura molto simile di quella che sulle pagine del “Sussidiario.net” abbiamo provato a raccontarvi in questi giorni di Giubileo dei Giovani 2025, l’ex Presidente della Camera Luciano Violante rimane profondamente colpito dagli eventi di Tor Vergata con Papa Leone XIV non dal “numero” amplissimo di ragazzi presenti, ma dalla loro costante e sincera domanda di senso.
Media, commentatori, politici e protagonisti della cultura hanno positivamente commentato i numeri enormi dei giovani presenti al loro Giubileo lo scorso weekend, ma è su un altro tema che Violante vuole soffermarsi nella sua ultima intervista al quotidiano “Avvenire”: il punto della questione che i giovani pongono è «quale è il senso della vita». Può sembrare una banalità ma è invece la più grande rivoluzione che la cristianità può portare al mondo di oggi, dilaniato, fragile e orfano di un valore profondo che possa convincere i popoli a vivere assieme e non l’uno contro l’altro.

Quel valore è proprio il senso di ricerca di un significato degno ad una vita da vivere: in tal senso, il Pontificato di Leone XIV sta aiutando e non poco la cristianità ad approcciarsi al resto dell’umanità con lo sguardo benevolo di perdono, fraternità e unità. Secondo Violante la partecipazione dei giovani al Giubileo negli scorsi giorni dice proprio della crescente intensità d questa domanda di senso del vivere: il contrario delle analisi sociologiche che si sentono da tempo sulle nuove generazioni, vi è ancora qualcuno tra i ragazzi che è interessato a capire cosa significhi una vita degna di essere vissuta, lamentando l’insufficienza delle risposte nel mondo di oggi.
IL RUOLO DELLA CHIESA CHE RISPONDE AI GIOVANI IN RICERCA E GLI “OCCHI CHIUSI” DEGLI ADULTI DAVANTI AL SENSO
La Chiesa in questo senso – lo riconosce Violante, che si professa ancora oggi “credente senza religione” – ascolta realmente le domande di questi giovani e soprattutto dà quelle risposte adeguate e inerenti «alle aspettative delle giovani generazioni». Davanti al dolore di guerra e sterminio, la risposta della Chiesa alla richieste dei giovani sul perché la vita vale ancora oggi «è all’altezza di questa domanda».
È ancora Violante nell’intervista al quotidiano della CEI che mette in evidenza il cinismo e assenza di speranza del mondo adulto, davanti invece alla ricerca positiva di un senso vero all’angoscia esistenziale: il problema della dignità del vivere è ciò che questi ragazzi ci mettono davanti, altro che parlare sempre e solo di “dignità della morte” (leggasi il dibattito sul tema pur importante del Fine Vita, ndr ).

Il punto è capire quale indirizzo dare alla nostra vita, come viverla al meglio e in maniera degna: ebbene, secondo Violante è proprio la Chiesa cattolica a rispondere in tale senso, con un “ritorno” tutt’altro che negativo dalle giovane generazioni. Il punto su cui insiste anche Papa Leone XIV è che questa esperienza di senso possa essere fatta anche da noi adulti: «abbiamo gli occhi chiusi» e fatica ad emergere un «pensiero costruttivo». La Chiesa invece intercetta le domande dei giovani, le ascolta e incamera un dialogo stando vicini a chi necessita un rapporto umano: «Papa Leone è la persona più adatta per ricucire pezzi di società e generazioni», senza parole “eclatanti” ma con ragionamenti diretti ad unire.
