Delitto di Garlasco, genetista Marzio Capra (consulente famiglia Poggi) a Filorosso: "Da nuova indagine nessuna novità. Ecco cos'è successo col pigiama"
DELITTO DI GARLASCO, L’ANALISI DI MARZIO CAPRA
Il delitto di Garlasco è un caso anomalo secondo il genetista Marzio Capra per diversi motivi, in primis perché c’è una nuova indagine, sebbene vi sia una persona condannata in via definitiva, cioè Alberto Stasi, e in assenza di un nuovo processo di revisione, visto che le richieste della difesa sono state respinte. Ma è anche un caso anomalo perché la nuova indagine non sta al momento cambiando la realtà di quanto era già emerso.
Ad esempio, l’incidente probatorio finora avrebbe confermato solo i vecchi esiti: le impronte non hanno fornito Dna, le tracce sull’imballaggio del Fruttolo appartengono alla vittima e al condannato, non a ignoti. “Questo approfondimento, espletato attraverso la forma dell’incidente probatorio, finora non ha fatto nient’altro che convalidare quelli che sono – questa è la mia interpretazione, però poi vedremo una volta che il perito si sarà espresso – i precedenti esiti”, ha dichiarato a Filorosso, su Rai 3.
Per quanto riguarda le tracce maschili, sono in quantità subcellulari (minuscole) che nel 2007 sarebbero state equivalenti al “nulla” per le tecniche di allora; oggi si riescono a leggere solo grazie a tecnologie più sensibili, ma restano dati debolissimi.

Per quanto riguarda le impronte sulla maglietta del pigiama, non poteva fornire risultati; quindi, era inutilizzabile per le indagini genetiche. “Quella maglietta non poteva essere utile per approfondimenti del DNA perché era completamente intrisa del sangue della vittima. Poi tutto quello che viene raccontato sui giornali non corrisponde alla realtà dei fatti”.
LA RICOSTRUZIONE SUL PIGIAMA INSANGUINATO
Capra, che è consulente della famiglia di Chiara Poggi, ha anche contestato alcune ricostruzioni giornalistiche, come il presunto spostamento del corpo, perché sarebbero fuorvianti, ma in realtà sono normali pratiche di medicina legale, in quanto il corpo può essere riposizionato per verifiche, ma non viene svestito lì per evitare contaminazioni.
“Il medico legale deve vedere se macchie che sono presenti sul corpo sono fisse o sono ancora mobili, per cui il corpo viene posizionato in posizione opposta rispetto a quella in cui viene trovato. E nessun medico legale si mette sulla scena del crimine a spostare i vestiti, perché asportare i vestiti della vittima vuol dire esporre la cute a una fonte ulteriore di inquinamento, oltre a quella che è fisiologica nella sede delle prime ispezioni per vedere magari il numero di colpi, per vedere se ci sono delle ferite particolari sotto gli indumenti”.
Il genetista ha ricordato che gli abiti vengono rimossi solo in sala autoptica, dove comunque ci sono altri rischi di inquinamento. “Spogliare il corpo di una povera vittima sulla scena del crimine rischierebbe di alterare in maniera irreversibile quelle che sono le evidenze che verranno poi raccolte in sala anatomica, che già di per sé ha delle ulteriori altre criticità”, ha proseguito.
CAPRA SUL TEMA DELLE CONSULENZE
Per Capra è quasi impossibile riuscire a rimettere in discussione dopo 5-10 anni risultati accertati e contesta anche consulenze che sono rilevanti solo giornalisticamente, ma non hanno valore probatorio, in quanto basate su valutazioni senza dati analitici concreti.
“Noi abbiamo addirittura delle consulenze che vengono depositate in Procura e che poi col passare del tempo si scopre che sono delle consulenze basate sul nulla, nel senso che sono delle consulenze di esperti che hanno fornito una loro valutazione, ma poi altri esperti, magari nominati dal giudice, si trovano nelle condizioni di dire ‘Noi non possiamo dare queste risposte che altri hanno dato perché ci mancano i dati’. E non è che a questo punto vengono fuori delle smentite sulle precedenti consulenze. Sono delle valutazioni fatte da esperti che però non hanno materialità analitica, cioè magari sono delle valutazioni che sono utilissime a livello investigativo, ma a livello probatorio valgono ancora meno di zero”.
In altre parole, per Capra le nuove analisi sul delitto di Garlasco non stanno portando a elementi nuovi rilevanti, inoltre molte ricostruzioni mediatiche sono imprecise, e i risultati scientifici devono essere solidi e verificabili per avere peso legale.
