Delitto di Garlasco, l'avvocato Antonio De Rensis (legale di Alberto Stasi) a Filorosso: "In autunno la Procura di Pavia calerà gli assi, certezze da BPA"
Alberto Stasi non ha mai ostacolato le indagini sul delitto di Garlasco, anzi ha sempre collaborato con gli inquirenti e non si è mai avvalso della facoltà di non rispondere. Sono alcuni degli aspetti rimarcati dall’avvocato Antonio De Rensis nel corso del suo intervento a Filorosso, su Rai 3.
“È sempre stato coerente. Si è sempre presentato ogni volta che l’hanno voluto interrogare, ogni volta che l’hanno chiamato a dare il DNA l’ha dato, i suoi genitori si sono fatti interrogare, non si sono mai avvalsi di nulla. Quindi io vedo un comportamento assolutamente coerente di una persona che legittimamente rivendica la propria innocenza”, ha affermato l’avvocato.
Per il legale dell’unico condannato per l’omicidio di Chiara Poggi la condanna non ha mai superato la soglia del ragionevole dubbio, motivo per il quale richiede che siano necessari approfondimenti senza accanimenti, ma anche senza paura. “Questa indagine non è fuffa, non è finta, non si basa su alchimie, svelerà determinate cose”.

Inoltre, è tornato a parlare di Andrea Sempio, nuovo indagato, e del famoso interrogatorio che è diventato un caso per il verbale redatto: anche se ritiene che abbia detto la verità e non abbia responsabilità nella gestione dell’interrogatorio, lo considera un “obbrobrio giudiziario”.
DELITTO DI GARLASCO, NOVITÀ IN ARRIVO
Tornando al delitto di Garlasco, per De Rensis non solo il suo cliente è innocente, ma sarebbe coinvolte più persone. Comunque, bisognerà attendere tra settembre e ottobre per i risultati degli approfondimenti, ad esempio la BPA (Bloodstain Pattern Analysis) dei RIS di Cagliari sarà “una certezza” secondo lui.
“La Procura della Repubblica e tutti quelli che stanno lavorando, tra settembre e ottobre, inizieranno a calare degli assi, delle carte. Ecco, la BPA sarà una certezza, almeno per quanto riguarda i RIS di Cagliari. Poi qualcuno dirà che i RIS di Cagliari non capiscono nulla, però sarà una certezza”.
L’ATTACCO ALLE PRIME INDAGINI
Ma De Rensis è tornato alle critiche alle precedenti indagini, dalla cancellazione delle impronte sul pigiama della vittima ai dati alterati che avrebbero ‘cancellato’ l’alibi di Stasi. “Inavvertitamente i carabinieri avevano cancellato l’alibi di Alberto, quindi lavoravano su un dato drogato, su un dato non vero. Attendiamo con fiducia la nuova indagine e diamoci un appuntamento fra un paio di mesi”.
Infine, si è lanciato in ipotesi alternative alla colpevolezza di Stasi: ad esempio, se più persone fossero state presenti in casa, la ricostruzione temporale classica (basata sull’orario di morte) non reggerebbe; Chiara Poggi, in quel caso, non avrebbe avuto libertà di agire normalmente (alzare tapparelle, fare caffè, cambiarsi).
