Il fuoco e la noia

Gesù spiega ai suoi discepoli di essere venuto nel mondo per vivere da bastian contrario, per insegnare a vivere da bastian contrari

Lo schiaffo è così forte che quando finisci di girare ti accorgi che il vestito è passato di moda: «Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? – rivela Gesù ai suoi discepoli, beccandoli di sorpresa – No, io vi dico, ma la divisione». Uno schiaffo, un fragore che ancora risuona, una parola avventata da parte di uno dal quale ti aspetteresti le solite parole ma che, stavolta, sembra stancarsi delle mille scuse a disposizione: “Sono nato sotto una cattiva stella, tutti ce l’han con me, non me ne va bene una. Lei sì che è bella, lui si ch’è ricco, a loro sì che tutto va bene (Io invece)”.



Aspira, per gli amici, a un futuro diverso da quello nel quale stanno navigando: il mondo li vuole allineati, la grammatica è quella di chi pensa “politicamente corretto”, si avvistano sempre meno colpi d’ala e la terra sembra diventata un grande outlet di sofà con scontistiche sempre più ghiotte. Tutti intenti a piacere, ad andare d’accordo, a non muovere qualcosa perché poi non si muova qualcos’altro. Lui, invece, dice d’essere venuto nel mondo proprio per vivere da bastian contrario, per insegnare a vivere da bastian contrario: «Io sono venuto a gettare fuoco sulla terra».



C’è chi i fuochi si diverte a spegnerli e chi i fuochi sogna d’accenderli: se sono già accesi, di spargere la benzina della combustione invece dell’acqua della meschina prudenza. Niente nella vita è mai stato fatto senza il sacro fuoco della passione. Per questo, Cristo si improvvisa poeta: «E tu prendimi, portami con te come un incendio nelle tue abitudini» (M. Gualtieri). Una volta rotto il ghiaccio, Cristo giura che l’uomo ci troverà il fuoco.

Il Vangelo pubblicizza una battaglia vecchia come il tempo: da una parte c’è il ruggito della folla e dall’altra parte c’è la voce della coscienza. La folla, quando avrà il microfono in mano e potrà scegliere chi dovrà esser crocifisso, sceglierà sempre di salvare i Barabba della storia: ci sono persone per le quali basterà un veloce sguardo per capire che sono venute al mondo solo per fare folla. Cristo, invece, non vuole vincere facilmente: consapevole che sarà sempre più facile trarre in inganno una moltitudine invece che uno solo, scelse di parlare a tu per tu con l’uomo per (ri)accendere il lui il fuoco della passione.



Quando incontrerà Pilato, in quel suo breve faccia a faccio nel pretorio, gli apparirà chiaro che la maniera migliore per avere successo è una sola: quella di individuare una folla che sta andando da qualche parte e mettercisi davanti a essa, come capitano di un gregge ambulante. Questo non fa per Lui: «D’ora innanzi, se in una famiglia vi saranno cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre» (cfr Lc 12,49-53). Per sentirsi vivi, insomma, occorrerà scomodarsi, alzarsi dal divano, andar a destra mentre il mondo andrà a sinistra.

Anche scontentare, forse, mamma e papà per tentare di diventare ciò che sogniamo di diventare invece di diventare ciò che gli altri vorrebbero noi diventassimo. Mettersi in testa che la passione è una forma evoluta di solitudine mentre la pensione è una sagra di paese, nella quale si potranno usare anche i buoni pasto. Tra uno schiaffo sincero e un’insulsa pacca sulla spalla, Cristo sceglie sempre lo schiaffo. Che, all’inizio, procurerà collera.

Non teme, insomma, d’apparire impopolare nel proporre ai suoi discepoli il rischio dell’autenticità a scapito dell’omologazione: “Essere appassionati, figliolo mio, di qualcosa – gli avranno pur detto, in tempi non sospetti, Giuseppe o Maria – è una delle caratteristiche più belle che un uomo possa sviluppare”.

Quando, un giorno, nascerà la sua Chiesa, avrà un bel daffare per metter a ferro e fuoco i suoi preti e riaccendere la passione del Vangelo laddove t’aspetteresti fosse già accesa: «(Aveva) uno sguardo che vorrebbe essere vivo e che invece, in fondo, io trovo così usurato, così stanco da farmi venire voglia di piangere» dice il curato di campagna di Bernanos mentre osserva la sua parrocchia divorata dalla noia. Giovanna d’Arco, invece, mentre le diedero fuoco chiese un piacere: «Tenete la croce in altro, perché io possa vederla anche attraverso le fiamme».

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI


Ti potrebbe interessare anche

Ultime notizie di Chiesa

Ultime notizie

Ben Tornato!

Accedi al tuo account

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

Recupera la tua password

Inserisci il tuo nome utente o indirizzo email per reimpostare la password.