Riforma pensioni 2025, la previdenza complementare potrebbe essere sostenuta si dagli Stati nazionali che dall’Ue
RIFORMA PENSIONI 2025, LE PAROLE DI FOLGORI
L’Ue potrebbe essere chiamata a fare la sua parte per rafforzare la previdenza complementare. Secondo il Centres for European Policy Network, infatti, come spiega Linkiesta, spetta certo agli Stati membri rafforzare il secondo pilastro pensionistico, ma anche Bruxelles dovrebbe contribuire a questo obiettivo con misure specifiche.
In tema di incentivi nazionali alla previdenza complementare val la pena segnalare la richiesta della Federazione europea operatori della logistica integrata Enrico Folgori di far sì che le imprese possano fornire, d’accordo con i sindacati, ai propri dipendenti anche una copertura pensionistica anche mediante un’incentivazione sottoforma di detassazione delle spese sostenute per questa voce.
RIFORMA PENSIONI 2025, LA RICHIESTA DELLO SPI-CGIL
Questa forma di incentivazione, secondo Folgori, dovrebbe valere anche per altre voci del welfare aziendale, compresa una copertura sanitaria dei lavoratori, che sarebbe sicuramente apprezzata dagli stessi. Intanto nel Regno Unito si fa più concreta la possibilità che l’età pensionabile possa essere innalzata a 70 anni, accelerando un processo di aumento della stessa che prevede di arrivare a 67 anni l’anno prossimo.

Il Sindacato pensionati italiani aderente alla Cgil ribadisce invece la necessità di prevedere un’indicizzazione piena degli assegni all’inflazione, senza che vi siano delle riduzioni in base all’importo percepito, così da tutelare maggiormente il potere d’acquisto delle pensioni, che siano basse o meno.
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