Al Meeting di Rimini si è tenuto un incontro dal titolo "Sostegno alla natalità: un impegno di tutti"
L’allarme sull’inverno demografico, pur scattato da tempo, non sembra verificare significative inversioni di rotta. Il declino delle nascite che persiste in Italia e in Europa tende a estendersi in gran parte del mondo occidentale, dove il tasso di natalità è sempre più spesso insufficiente a garantire il ricambio generazionale.
Se ne è parlato venerdì al Meeting di Rimini, in un incontro organizzato in collaborazione con il network associativo “Ditelo sui tetti” e il Movimento per la Vita sul tema “Sostegno alla natalità: un impegno di tutti”.
È un tema decisamente complesso, legato alle condizioni sociali ed economiche che possono favorire o meno la decisione di mettere al mondo figli, ma anche indubbiamente connesso alla mentalità che impregna gli stili di vita, quindi alla dimensione culturale, alle ragioni profonde dell’esistenza. Appare sempre più chiaro che non si tratta unicamente di attuare riforme strutturali o incentivi economici, ma di un cambiamento culturale profondo che riconosca il valore generativo della vita e della famiglia.
Il convegno ha inteso quindi affrontare la denatalità non come fenomeno ineluttabile, ma come sfida condivisa: quali condizioni culturali, sociali, economiche e simboliche sono necessarie affinché tornare a generare sia vissuto come un bene possibile e desiderabile? Come superare la solitudine e l’insicurezza che spesso accompagnano il desiderio di diventare genitori?

Non mancano nei nostri contesti sociali ed ecclesiali i segni di un impegno gratuito (generato dai Centri di aiuto alla vita), profondamente radicato nel riconoscimento del valore imprescindibile della vita nascente da accogliere e supportare con ogni mezzo – come attestano i 280mila bambini nati e le oltre 856mila donne che dal 1975 hanno trovato un sostegno nell’affronto della maternità -, ma questi ambiti “salva-vita”, spesso misconosciuti, potrebbero diventare luoghi di riferimento sempre più riconoscibili e valorizzati.
“Nel senso della nascita è implicato tutto” nota don Giussani, riconoscendo la percezione del “mistero di Dio dentro la volontà carnale dell’uomo e della donna” e facendo emergere così un nuovo principio di umanità e di speranza. E sembra proprio questo il punto cruciale: l’impegno prioritario consiste oggi nel risvegliare il senso di sé stessi come figli, quindi il senso della nascita che è dono, stupore, desiderio di generare.
Al Meeting se ne è discusso in una nuova prospettiva, in linea con la mission del Network “Ditelo sui tetti” teso a promuovere nuove proposte nell’ottica di un’autentica concezione dell’umano: a partire da un nuovo humus culturale e da esperienze concrete del mondo sociale, imprenditoriale e civile si aprirà un confronto su politiche di sostegno alla natalità, responsabilità collettiva, alleanze tra pubblico e privato, e sulla necessità di un nuovo racconto della vita e della speranza, capace di motivare e sostenere le scelte familiari.
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