Cosa succede in Francia e perché Macron attacca tutti: crisi del Governo Bayrou (voto fiducia l'8 settembre), spinta federale e lo scontro internazionale
DOPO L’ITALIA ANCHE GLI USA: L’ULTIMO “SHOW” DEL MACRON FURIOSO
Due giorni fa l’ambasciatore italiano, oggi quello americano: il Presidente della Francia Emmanuel Macron non ha minimamente gradito le uscite in serie del vicepremier Matteo Salvini e dello stesso diplomatico USA a Parigi, Charles Kushner, anche se su dossier completamente diversi. L’Eliseo ha mal digerito la critica del leader della Lega in merito alla possibilità ribadita da Macron di inviare truppe europee e occidentali in Ucraina, così come ha contestato ampiamente il commento dell’ambasciatore americano a Parigi che ha definito insufficiente la lotta all’antisemitismo messa in campo dal Governo francese dopo i recenti attacchi pro-pal contro cittadini ebrei.
Così come avvenuto con l’ambasciatrice italiana in Francia – Emanuela D’Alessandro – stesso iter del “Macron furioso” viene messo in atto contro Kushner, subito difeso dalla Casa Bianca: «Le accuse dell’ambasciatore sono inaccettabili.Violano il diritto internazionale, in particolare il dovere di non interferire negli affari interni degli Stati», attacca l’Eliseo trovando la piena bocciatura della Presidenza americana che invece difende il proprio diplomatico e considera le varie falle politiche e giuridiche nella difesa dei cittadini ebrei in terra di Francia.

Se però lo scontro con Salvini resta rinchiuso nella vicenda giù di suo controversa dell’invio di soldati al fronte ucraino (con la Premier Meloni, il cancelliere Merz e il presidente americano Trump che già hanno escluso tale opzione dei Volenterosi), sul fronte Gaza rischia di avvilupparsi ulteriormente il rapporto diplomatico tra Francia, Stati Uniti e Israele, a partire dall’annuncio di Macron di voler riconoscere lo Stato di Palestina a partire dal prossimo ottobre (durante il vertice ONU).
DAI VOLENTEROSI ALLA CRISI IN PATRIA: L’EPOPEA DI MACRON VERSO UN GRADUALE DECLINO?
Un doppio mandato con sondaggi sempre più al ribasso è il vero sostrato dell’attuale vicenda politica attorno ad Emmanuel Macron: nel tentativo di farsi forte e convincente nelle relazioni internazionali, rivendicando un ruolo di prim’ordine all’interno dell’Unione Europea (da qui gli interventi molto netti sulla guerra in Ucraina e il caos in Medio Oriente) nel tentativo di “celare” una difficoltà interna in patria sempre maggiore. Dai “volenterosi” al rischio di una ennesima caduta del Governo da lui messo in piedi con il leader centrista Bayrou: quello di Macron rischia di avvicinarsi ad un declino imminente, o anche a lungo termine.

Dopo la caduta dei Governi Attal e Barnier, infatti Macron rischia la terza caduta di un esecutivo durante il suo secondo mandato: è di oggi l’annuncio del Premier François Bayrou del prossimo voto di fiducia atteso per l’8 settembre 2025. Socialisti, Destra di Le Pen, Sinistra di Melenchon in svariati frangenti hanno fatto intendere di avere molto ormai di distante dal blocco centrista macroniana e il rischio forte di un crollo in Assemblea Nazionale è tutt’altro che lontano dall’avvenire. In un recente sondaggio di Ifop per “Le Figaro” ben il 71% dei francesi si dice aperto e disponibile ad una rivoluzione federalista in Francia, con più potere ai territori e meno allo Stato centrale dirigista.

Con l’uscita di scena apparente di Trump dalla scena internazionale il leader francese sperava di poterlo in qualche modo “sostituire” – osserva il portale di Nicola Porro – ma ben presto si è dovuto arrendere al rinnovato interventismo e attivismo della Casa Bianca: nel tentativo di recuperare allora un ruolo di rilievo almeno all’interno della UE, ecco che la crisi in patria di stampo politico, sociale ed economico, rischiano di portare gli ultimi due anni di Presidenza all’Eliseo verso un lento ma costante countdown verso la sconfitta conto la destra di Bardella e Marine Le Pen.
