Oggi Matteo Salvini sarà al Meeting di Rimini. Ponte sullo Stretto, Draghi, Europa, Green Deal, dazi, manovra, regionali: l'anticipazione
“Luoghi da costruire e vie per raggiungerli”, è questo il tema che vedrà impegnato oggi al Meeting di Rimini Matteo Salvini. Quest’anni il titolo della kermesse sembra fatto apposta per offrire il destro al vicepremier, ministro delle Infrastrutture e segretario della Lega, reduce da una polemica al calor bianco tutta francese contro una battuta all’indirizzo del “volonteroso” Macron, e del suo proposito, più volte dichiarato, di mettere gli anfibi dei soldati europei (e dunque italiani) in Ucraina. “Taches al tram”, ha risposto il leader del Carroccio.
“Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi”: Eliot non si riferiva al Ponte sullo Stretto, ma al modo di ricostruire una civiltà in crisi. Eppure, i numeri del Sud su lavoro, imprese e giovani parlano chiaro. E sono preoccupanti.
Ministro, in Italia si è parlato di Ponte sullo Stretto per decenni. Cosa serviva per farlo? Non solo una maggioranza politica, evidentemente. Anche altri l’hanno avuta.
Avere la maggioranza è una condizione indispensabile, ma non basta: servono anche coraggio, determinazione e visione. Noi abbiamo dimostrato di averli, e abbiamo raggiunto un risultato decisivo. Non vedo l’ora di celebrare insieme a siciliani e calabresi la posa della prima pietra, a breve.
Dal Nord ci sono stati mugugni, qualcuno sostiene che avete abbandonato le istanze della parte più produttiva del Paese. Cosa risponde?
Niente di più falso. Il Ponte sullo Stretto è un’opera che incrementerà il Pil di tutto il Paese e coinvolgerà positivamente lavoratori e imprese di tutta Italia. Secondo lo studio indipendente di Open Economics ne beneficerà per prima la Lombardia, come regione più industrializzata.
Nella Lega tutti d’accordo? Nessun mugugno?
La Lega ha contestato la spesa improduttiva e l’assistenzialismo che non favoriva la crescita del Sud, vedi i 34 miliardi spesi male col reddito di cittadinanza. Il Ponte è un segnale di speranza e riscossa soprattutto per migliaia di nostri giovani, laureati e diplomati, costretti troppo spesso ad andare all’estero per costruirsi un futuro.
Dunque il Nord non può lamentarsi.
Assolutamente no. A proposito di cantieri e investimenti produttivi, in Piemonte abbiamo previsto investimenti per 23,3 miliardi, in Lombardia per 25,8 miliardi, in Veneto per 18,4 miliardi. E le Olimpiadi Milano-Cortina saranno una grande occasione per tutto il Nord. Il Ponte unirà l’Italia e rilancerà anche tutti i porti del Sud, che faranno migliore concorrenza a quelli dell’Europa del Nord. Il Mediterraneo tornerà centrale, una grande piattaforma logistica a vantaggio di tutte le nostre imprese.
Cosa risponde a chi le dice di avere bypassato o trascurato i controlli antimafia in nome della rapidità di esecuzione?
È vero esattamente il contrario. Volevamo e vogliamo rafforzare i controlli, utilizzando gli stessi strumenti già in atto – con successo – per le Olimpiadi Milano-Cortina. Manteniamo l’attenzione al massimo. Garantire lavoro, speranza e futuro, soprattutto ai giovani, è la migliore risposta alle mafie, che prosperano dove non c’è sviluppo. I prefetti sono al lavoro da tempo, le forze dell’ordine anche, le procure interessate certamente vigilano e vigileranno. L’obiettivo è che ogni euro speso finisca nelle tasche di imprenditori e lavoratori perbene.
Come ha detto poco fa, ponte sullo Stretto significa anche proiezione dell’Europa nel Mediterraneo. Dove l’Italia ha storicamente avuto un ruolo, prima che venisse di fatto azzerato. In UE lei ha trovato più interesse per il Ponte o più ostilità?

A dire il vero, più interesse. Il Ponte è un tassello fondamentale del corridoio di collegamento tra il Mediterraneo e il Nord Europa, ed è una logica conseguenza degli investimenti straordinari che stiamo facendo nel Mezzogiorno: parlo dell’alta velocità e capacità ferroviaria in esecuzione e in progettazione fra Salerno e Reggio Calabria, come fra Palermo e Messina, per esempio. I porti siciliani, calabresi, campani e pugliesi potranno fare concorrenza a quelli olandesi e tedeschi per le navi in arrivo da Suez. Si inquinerà di meno, si perderà meno tempo e, in Italia, si lavorerà di più.
Il nuovo codice degli appalti e quello della strada portano la sua firma. Un primo bilancio?
Molto positivo. Il codice degli appalti taglia i tempi della burocrazia facendo risparmiare circa un anno. Sono oltre 10 milioni le gare già effettuate col nuovo codice, risparmiando mesi di tempo in burocrazia. Il codice della strada, atteso da decenni, nei primi mesi ha fatto registrare un notevole calo di morti e incidenti. Lo dicono i dati di polizia stradale e carabinieri. Più di mille incidenti e feriti in meno sono qualcosa di concreto, anche se stiamo già guardando avanti.
A che cosa si riferisce?
Alla riforma dell’esame di guida ad esempio, da concordare con la scuola guida, per renderlo più attuale.
A suo avviso l’UE ripenserà al Green Deal? In caso contrario, che cosa ci aspetta?
Se la von der Leyen non azzera subito il Green Deal, sarà un disastro annunciato. Confido che finalmente il Ppe sappia smarcarsi dalle follie ideologiche dei socialisti, che danneggiano economia e ambiente. Senza rivedere queste scelte sbagliate, purtroppo mi aspetto danni incalcolabili per famiglie e imprese, nessun vantaggio ambientale e grandi favori alla Cina.
Tempo di dazi USA-UE. La Lega punta il dito contro i dazi “interni”, ovvero europei. Quale politica commerciale servirebbe per difendere l’Italia senza chiudersi al mondo?
Serve cambiare l’Europa, togliendo burocrazia e limiti come quelli sui motori benzina e diesel dal 2035. L’America difende se stessa e fa bene, Cina e India fanno lo stesso, è l’Europa che invece sbaglia. Lo ha ricordato lo stesso Draghi proprio qui al Meeting: mentre le altre potenze innovano e liberano energie, Bruxelles sforna norme, limiti, regolamenti assurdi e divieti.
La risposta?
Non può essere “più Europa”, semmai un’Europa che, in linea con quanto i padri fondatori pensavano, si occupi di meno cose e lo faccia bene, lasciando agli Stati nazionali le scelte che li riguardano più da vicino. La CEE funzionava benissimo, questa euro-burocrazia è invece la morte del nostro continente. Anche dal punto di vista dei valori.
I valori, ha detto?
Sì, visto che la sinistra ha perfino impedito di riconoscere le radici giudaico-cristiane dell’Europa, in molte città ormai in mano alla prepotenza islamica. Invece di convocare un ambasciatore al giorno, Macron dovrebbe preoccuparsi della situazione economica e sociale di molte periferie francesi.
I tentativi di arrivare ad una pace in Ucraina si devono alla nuova amministrazione USA, non all’UE. L’Italia sta giocando bene il suo ruolo?
Assolutamente sì, e rivendico la nostra posizione equilibrata e saggia, a differenza di altri governi europei e di alcuni vertici di Bruxelles che insistono a parlare di armi, eserciti, bombe e missili. Si ascolti Papa Leone e si investa sulla diplomazia, invece di pensare a improbabili guerre contro la Russia che in passato, da Napoleone a Hitler, non hanno portato nulla di buono.
Flat tax, pace fiscale, rottamazione delle cartelle sono le vostre riforme-bandiera che molti attendono. Quando diventeranno realtà?
Nella legge finanziaria del prossimo autunno, questo si aspettano milioni di italiani, e per questo come Lega abbiamo lavorato anche in questi giorni di agosto.
Qual è la sua priorità per la seconda parte della legislatura?
Lavoro, lavoro e ancora lavoro. Ogni cantiere aperto vede l’Italia più sicura e veloce, oltre a pagare stipendi a imprese e operai. Poi chiudere ovviamente alcune grandi riforme attese da tempo: autonomia, premierato, giustizia.
Per chiudere, le regionali. In Veneto il centrosinistra ha già il candidato, a che punto è il confronto nel centrodestra e quando arriverà il nome? Ci sarà una lista Zaia?
Spero di sì, ne parleremo con gli alleati e confido che avremo un accordo chiaro al più presto. Il Veneto è un esempio di governo eccellente: sarebbe un errore cambiare lo schema di un centrodestra a guida leghista.
(Federico Ferraù)
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