La domanda per procedere alla rateizzazione delle cartelle 2025 è stata semplificata grazie al Decreto scorso.
Grazie allo scorso Decreto pubblicato nel ’24, con numero 110, nel 2025 la rateizzazione delle cartelle è molto più semplice, così come lo sono anche gli avvisi consultabili da ciascun contribuente. Per rendere più chiare le idee l’AdeR ha pubblicato un documento ufficiale e reperibile online.
Per chi preferisse un esempio in video, potrà visionare il filmato dell’AdeR sulle nuove direttive, in cui è possibile documentarsi sui passaggi fondamentali per inviare correttamente l’istanza.
L’agevolazione sulla rateizzazione delle cartelle 2025
La rateizzazione delle cartelle 2025 è stata volutamente agevolata per semplificare la burocrazia ai debitori, ma anche per permettergli di regolarizzare la loro posizione fiscale. Da quest’anno per importi entro i 120.000€ massimo è possibile spalmare la restituzione in 7 anni.
In questo caso non è necessario comprovare la situazione finanziaria difficile che impedirebbe il pagamento in una soluzione, mentre per debiti più alti di 120K o dilazioni superiori a 85 rate è indispensabile dover comprovare la difficoltà temporanea.
La normativa prevede un’agevolazione progressiva, infatti già tra 2 e 3 anni (rispettivamente 2027 e 2028), sarà possibile rateizzare la cifra in maniera più estesa (fino a 8 anni), per poi ampliarsi fino a 9 anni per le domande inoltrate dal 2029.
Il vantaggio di ogni rottamazione è chiaro: poter restituire le somme dovute senza doverlo fare nell’immediato ed evitando misure forzate come la coesione attiva. Anche la presentazione delle domande è stata agevolata, ora possibile sia tramite il QR Code inserito nel documento RS, sia mediante l’area riservata sul portale AdeR.
Cartelle e simulatore di pagamento del debito
Le cartelle da poter rateizzare fanno riferimento alle somme destinate agli enti creditori pubblici (come le Regioni o i Comuni italiani), ma anche istituzioni previdenziali e statali.
Online è disponibile la lista degli enti esclusi che hanno preferito optare autonomamente per il recupero del credito a loro spettante.
Per i debitori che devono comprovare la loro situazione “economicamente disastrata”, la procedura prevede l’invio dell’istanza tramite uno sportello sul territorio dell’Agenzia delle Entrate di Riscossione, o tramite PEC, e di allegare i documenti finanziari (come l’ISEE, o i modelli RDG o RDF) così da stimare la dilazione massima ottenibile.
