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Home » Lavoro » SCENARIO LAVORO/ Il calo demografico inguaia le imprese: il 64% fatica a trovare operai specializzati

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SCENARIO LAVORO/ Il calo demografico inguaia le imprese: il 64% fatica a trovare operai specializzati

Int. Paolo Zabeo
Pubblicato 5 Settembre 2025
Stabilimento Rheinmetall AG (Ansa)

Stabilimento Rheinmetall AG (Ansa)

Due imprese su tre non trovano fresatori, saldatori e tornitori. Colpa del calo demografico. Le aziende se li contengono a colpi di rialzi dei salari

L’anno scorso su 5.5 milioni di ingressi previsti nel mercato del lavoro 840 mila riguardavano operai specializzati. Che però per due imprese su tre sono diventati quasi introvabili, tanto che prima di individuare la persona giusta, quando succede, occorrono anche cinque mesi. Un fenomeno che purtroppo è una costante degli ultimi anni.


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A determinarlo, spiega Paolo Zabeo, Coordinatore Ufficio studi CGIA, è il calo demografico. Se non ci sono abbastanza saldatori, fresatori, tornitori, insomma principalmente è per colpa del calo della natalità, anche se le imprese chiedono sostegno anche dal punto di vista della formazione e dell’orientamento dei giovani.


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Le aziende, intanto, pur di trovare il personale chiedono informazioni ai dipendenti su parenti o amici eventualmente disponibili. La carenza di figure professionali però innesca una lotta tra le imprese per assicurarsi i pochi operai specializzati disponibili sul mercato.

Le aziende riescono sempre meno a trovare operai specializzati: qual è l’entità del fenomeno? E’ un problema che viene segnalato da tempo, perché nonostante le richieste non si riescono a formare figure del genere: non ci sono corsi di formazione adeguati?

Nel 2024 gli imprenditori italiani hanno denunciato che nel 64% dei casi circa gli operai specializzati sono di difficile reperimento. Nessun altro profilo professionale registra una incidenza così elevata. Oltre allo storico mismatch tra domanda e offerta di lavoro, negli ultimi anni si fanno sentire anche gli effetti del trend demografico. Con una popolazione lavorativa sempre più anziana e molti meno giovani di un tempo che si affacciano al mercato del lavoro, il problema si sta acutizzando sempre più.


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Il calo demografico incide sempre sulle dinamiche occupazionali. Ma i giovani spesso di fronte a un lavoro chiedono flessibilità e più tempo libero: è davvero una delle ragioni che impediscono alle imprese di assumere? Le esigenze dei giovani e delle aziende sono inconciliabili?

Dopo gli anni del Covid, in linea generale i giovani sono alla ricerca di occupazioni che consentono loro un buon livello di autonomia, elevate dosi di flessibilità e tanto tempo libero. Inoltre, tendono sempre più a rifiutare mansioni che comportano un importante sforzo fisico. E’ evidente che di fronte a queste “richieste” a pagare il conto sono le piccole e piccolissime imprese.

Quali sono i settori in cui è più difficile trovare manodopera specializzata? C’è un motivo per cui alcuni settori soffrono più di altri?

Foto di Kateryna Babaieva (Pexels)

Legno-arredo, tessile-abbigliamento, meccanica ed edilizia sono i comparti più in difficoltà. Quest’ultimo, a causa dell’impegno fisico molto gravoso richiesto agli addetti di questo settore, gli altri per l’elevata specializzazione pretesa dagli imprenditori. Trovare saldatori certificati, fresatori, tornitori, restauratori di mobili antichi, verniciatori, confezionisti, tagliatori e orlatori è diventata un’operazione quasi impossibile.

Come mai questa carenza è più accentuata nelle regioni del Nord Est, cosa cambia localmente nella ricerca di queste professioni?

Perché, rispetto alle altre ripartizioni geografiche del Paese, nel Nordest è più diffuso il numero delle piccole e micro imprese che operano nel settore manifatturiero. Nonostante in questo territorio vi sia un rapporto consolidato tra il mondo della scuola e quello del lavoro, il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro è aumentato, poiché si stanno intensificando gli effetti negativi del declino demografico.

Formazione, orientamento al lavoro: cosa chiedono le aziende per rimediare a questa situazione? Nella difficoltà di assunzione c’è anche un problema di salari?

Bisogna investire molto di più sull’orientamento scolastico e sulla formazione professionale. Ridando dignità e maggiori risorse agli istituti tecnici e professionali, anche per riqualificare culturalmente il lavoro manuale che negli ultimi 40 anni ha subito una fortissima svalutazione. Se, ormai, abbiamo più avvocati che idraulici è evidente che dobbiamo lavorare per invertire la tendenza.

Nonostante tutto le imprese fino a ottobre dovrebbero assumere 1,4 milioni di persone: come si adegua il mercato del lavoro a queste carenze? Le aziende potrebbero attrezzarsi per formare loro stesse il personale?

Le aziende si stanno muovendo in ordine sparso, privilegiando, ovviamente, i canali tradizionali, anche se si sta facendo sempre più strada il fai da te. Ovvero, sempre più imprenditori si stanno rivolgendo ai propri dipendenti, affinchè contattino amici e conoscenti. Non solo. Tra qualche anno, quando milioni di lavoratori con elevata esperienza e professionalità dovranno essere sostituiti per raggiunti limiti di età, gli imprenditori, non trovandoli sul mercato, non avranno alternativa.

Dovranno contendersi i migliori dipendenti dei concorrenti, offrendo a questi ultimi incrementi salariali significativi. Dando luogo a forme più o meno simili al ricatto, dove i titolari d’azienda e i dipendenti più ricercati cercheranno di prevalere per ottenere il massimo vantaggio personale, spesso in modo poco onorevole.

(Paolo Rossetti)

 

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