L'accordo tra John Elkann e i pm di Torino sull'eredità Agnelli: pagamento al Fisco e messa alla prova per lavori sociali. Così viene evitato il processo
JOHN ELKANN ‘PATTEGGIA’ SULL’EREDITÀ AGNELLI: LA DECISIONE E IL VIA LIBERA DEI PM
Rancori, scontri, documenti e rinvii: la vicenda dell’eredità Agnelli tra la madre Margherita e i figli Lapo, Ginevra e John Elkann non si conclude del tutto ma prende una piega piuttosto netta dopo l’accordo tra la Procura di Torino e gli stessi eredi in merito al pagamento di una cifra considerevole all’Agenzia delle Entrate e una possibile messa in prova ai lavori sociali per il ceo di Stellantis. Con le cause civili ancora aperte in Italia e in Svizzera, si conclude quantomeno la vicenda (che qui ricostruiamo nel nostro focus, ndr) legata alle indagini preliminari sull’eredità di Marella Caracciolo, la vedova dell’avvocato Gianni Agnelli.
I pm hanno di fatto accettato la proposta di Elkann di una sospensione del procedimento con la messa alla prova in “cambio”, a seguito del versamento di 183 milioni di euro al Fisco italiano in merito ai vari rilievi della Guardia di Finanza sul complessivo debito tributario contestato dalla madre dei tre fratelli Elkann. In questo modo si evita il processo per truffa ai danni dello Stato e dichiarazione infedele, accettando sia il pagamento all’Agenzia delle Entrate che la messa alla prova ai servizi sociali.

Secondo le stime delle indagini coordinate dalla Procura di Torino, il calcolo sul “tesoro” degli Agnelli potenzialmente evasi dal fisco sarebbe di 284 milioni di euro in tasse, con le casse dello Stato che ora incassano 183 milioni come risarcimento dopo l’accordo annunciato lo scorso 13 luglio dagli stessi Elkann. Con l’accordo i pm hanno stralciato chiedendo l’archiviazione dei reati di dichiarazione infedele e truffa: nel corso del procedimento, spiega SkyTG24, il presidente di Stellantis ha raggiunto l’accordo con la Procura per quasi un anno ai servizi sociali così da sospendere del tutto il processo per presunta frode fiscale.
LEGALI ELKANN: “NESSUNA AMMISSIONE DI COLPA”. SI VA VERSO LA MESSA IN PROVA DAI SALESIANI
«La definizione è stata conclusa senza alcuna ammissione neppure tacita o parziale della fondatezza delle contestazioni inizialmente ipotizzate»: così hanno spiegato stamattina i legali degli Elkann in merito all’accordo raggiunto sul caso dell’eredità Agnelli, di fatto così “archiviato” in attesa di capire se eventuali novità giungeranno dalle cause ancora pendenti. Una vicenda “dolorosa”, spiega ancora l’avvocato Paolo Siniscalchi al “Corriere della Sera”, che si chiude con l’accordo col Fisco e con la messa alla prova accordata dai procuratori.
In attesa della ratifica finale del giudice, le fonti riportate oggi da “Corriere” e ANSA parlano di servizi socialmente utili da svolgere presso un’istituzione gestita dai salesiani, con 10 mesi di lavori di pubblica utilità che prevedrà «un programma di trattamento» concordato direttamente coi pm. Se il percorso sarà valutato positivamente allora i reati saranno estinti e non rimarrà traccia sul casellario giudiziario: dai salesiani si preferisce non commentare per ora l’indiscrezione riportata dal quotidiano milanese, ma resta comunque il via libera alla messa alla prova per John Elkann.
Non sarà un’ammissione di colpa, ma un modo per chiudere «con celerità e definitivamente una vicenda dolorosa», anche se dalle carte dei giudici il parere si discosta in parte con il giudizio degli avvocati difensori: esistono infatti «plurimi, consistenti e convergenti elementi indiziari» che dimostrano come fosse «fittizia la residenza svizzera di Marella Caracciolo», si legge nelle carte mostrate oggi da “Il Giornale”. L’accordo con la procura insomma si sarebbe reso ideale per tutti, dato che l’andare a processo avrebbe potuto comportare un’immagine pubblica costantemente messa in discussione dalle udienze e la probabile lunga trafila giudiziaria.
