L'attentato contro Charlie Kirk e la scia di terrore contro la destra mondiale: attacchi ai "fascismi" o ad una vera libertà di pensiero?
LA MORTE DI KIRK RISCHIA DI STRAVOLGERE LA POLITICA USA: COSA PUÒ SUCCEDERE
Abbiamo sicuramente visto tutti troppi film su complotti, sospetti e cospirazioni internazionali: eppure osservando cosa potrà succedere dopo l’orrendo attentato contro Charlie Kirk, l’attivista della destra americana vicino ai MAGA di Donald Trump, non può che riemergere un soffuso sospetto in merito ad una precisa strategia del terrore contro la destra mondiale. Dall’attentato contro lo stesso Presidente USA durante la campagna elettorale per le Elezioni 2024, all’omicidio in diretta social di Kirk, passando per le violenze e proteste di questi mesi contro le destre al potere nel mondo: Meloni e Salvini in Italia, Le Pen in Francia, Simion in Romania, Milei in Argentina, e potremmo continuare per molto.
Pensare ad un’unica grande cospirazione della sinistra mondiale contro la nemica destra è oggettivamente troppo, anche perché non abbiamo nessun elemento e nessuna prova a corredo: di certo l’attentato di stanotte contro Kirk mette i brividi, con le motivazioni del killer (in fuga) tutt’altro che note e con una dinamica che ha ricordato il cecchino di Butler in Pennsylvania nel luglio 2024, con esito però di qualche centimetro fatale diverso. Di sicuro le ondate di proteste tra destra e sinistra americana rischiano ora di deflagrare dopo l’assassinio di Kirk, in attesa di capire l’origine dell’attentato: un “lupo solitario”, un oppositore politico, una persona con problemi psichici o un vero e proprio atto di terrorismo, le piste non possono che essere tutte aperte.

Certo tra l’omicidio di questa notte e le recenti morti sospette dichiarate dal partito di destra in Germania dell’AfD, con ben 7 candidati alle imminenti Elezioni nella Renania Settentrionale-Vestfalia, il periodo attuale per la destra mondiale è tutt’altro che “sereno”: la polizia tedesca ha escluso che vi siano correlazioni particolare sulle varie morti (alcuni suicidi e altre morte naturali), ma la teoria della cospirazione si alimenta di giorno in giorno vedendo come le violenze contro soggetti della destra radicale o conservatrice facciano molto meno rumore nell’opinione pubblica globale, tanto americana quanto europea.
Pochi giorni fa Kirk sui social aveva sottolineato come “l’America non sarà mai più la stessa” in merito all’uccisione brutale della ragazza ucraina Iryna Zarutska in treno da parte di un afroamericano (Decarlos Brown) senza apparente motivo: a differenza però di ondate di proteste come il BLM per l’altrettanto inqualificabile omicidio di George Floyd, la morte della giovane ragazza ucraina scappata dalla guerra non ha acceso l’opinione pubblica. Di questo Kirk e la destra americana accusa costantemente e ora si ritrova ancor più colpita dopo l’attentato all’attivista controverso che portava il free speech e il dibattito realmente liberale all’interno delle università americane.
ATTENTATO A CHARLIE KIRK: ULTIMO STRASCICO DI UNA STRATEGIA DEL TERRORE CONTRO LA DESTRA?
Sono spesso controversi, spigolosi, estremi nei propri pensieri e teorie, danno quasi fastidio in alcune occasioni: eppure gli attivisti come Charlie Kirk, tanto negli USA quanto all’estero, sono tra i pochi a riflettere e far riflettere sulle contraddizioni moderne, sui veri poteri “intoccabili” di oggi. Chi di noi non vorrebbe a cena un più pacioso idealista Barack Obama, o un simpatico “liberal” come il comico Jimmy Fallon, piuttosto che qualcuno che incalzi di continuo sui ragionamenti dell’opinione pubblica, smascherando potenziali argomenti woke nei gangli dei propri pensieri?

Ecco, il punto è proprio questo: un voler spaccare il capello, anche ammettendo tesi “indicibili” (come l’andar contro il cambiamento climatico, o il mettere in dubbio il diritto all’aborto, o provare a non sposare sempre la causa pauperista contro i “ricchi”), è qualcosa che dà fastidio, che attira nemici e mette quasi in dubbio l’assunto che è meglio la libertà di essere spiazzati da idee “diverse”, piuttosto che una comoda ma finta verità. Come si può evincere qui sotto da uno degli innumerevoli dibattiti generati da Kirk nei campus universitari, il vero free speech (di cui in Italia sappiamo ben poco, altro che rilancio della stand up Comedy “libera”) mette in difficoltà e crea “fastidi” nella gente.
Che questo possa aver generato una cospirazione più allargata che dall’odio mondiale contro i vari Trump, Meloni, Le Pen, o anche Milei in Argentina, passi alle conseguenze estreme con l’attentato a Kirk e le morti sospette in AfD, non abbiamo davvero elementi per poterlo sostenere. Certo resta il sospetto, ma è qualcos’altro che personalmente preme ancor prima: tesi controverse, dibattiti col free speech e sfide dialettiche continue si possono davvero definire oggi come “fascismi”, come il 99% delle ricostruzioni oggi sull’attivista ammazzato nello Utah?
O dovremmo iniziare a considerarli come dei veri “liberalismi”, al contrario della politica liberal arroccata sulla difesa delle “verità accettabili” tra woke o quant’altro? E quindi cosa è davvero libertà? Sfidare il potere con tesi spesso non condivisibili (neanche da chi vi scrive, ndr) “merita” la condanna a morte fisica e intellettuale a cui stiamo assistendo in queste ore? Temi aperti, domande aperte, specie per chi ritiene che la libertà non sia “fare quello che si vuole” o battagliare per una “dittatura dei diritti”, ma piuttosto confrontarsi con la realtà per capire il proprio destino e la propria personalità nell’esistenza di tutti i giorni. Anche a costo di scoprire che la realtà stessa è “scomoda”.
Usa. Charlie Kirk verrà descritto come controverso, fascista. Eppure il format che lo aveva reso celebre era quanto di più democratico visto negli ultimi anni. Microfono aperto nei campus universitari per rispondere agli studenti, liberi di attaccarlo, ai quali far notare le… pic.twitter.com/WErJV7cDUQ
— Leonardo Panetta (@LeonardoPanetta) September 10, 2025
