Ieri è stato diffuso il dato sull'inflazione americana di agosto, che non ha cambiato le convinzioni dei mercati sulle scelte della Fed
Per completare le aspettative sulla prossima riunione della Fed, mercoledì prossimo, mancava solo l’ultimo dato sull’inflazione di agosto comunicato ieri pomeriggio. L’inflazione in America è salita al 2,9% dal 2,7% del mese precedente allineandosi alle stime degli analisti e fermandosi al livello più alto dall’inizio dell’anno. Il dato offre più di uno spunto e prospetta una possibile accelerazione dell’inflazione nei prossimi mesi, soprattutto se la Fed dovesse scegliere di tagliare i tassi.
Il mercato, che attendeva il dato sui prezzi, ha però deciso di focalizzarsi sull’ultimo aggiornamento sul mercato del lavoro americano. Negli stessi minuti in cui veniva comunicata l’inflazione gli investitori venivano sorpresi dal più alto numero di richieste di sussidi di disoccupazione da ottobre 2021; il mercato del lavoro starebbe quindi rallentando più del previsto.
Gli investitori, dopo ieri, continuano a essere certi di un taglio di 25 punti base alla riunione di settimana prossima; incorporano poi altri due tagli nei meeting di ottobre e dicembre con una probabilità vicina al 100%.
Di fronte a uno scenario di rallentamento del mercato del lavoro e inflazione che non scende, gli investitori scommettono che la Fed ignorerà i rischi sui prezzi pur di sostenere l’economia. Questa è ormai un’opinione consolidata che negli ultimi mesi ha resistito ai timori sugli effetti dei dazi e ai dati sui prezzi. È in questo quadro che l’oro aggiorna nuovi massimi e diventa la protezione contro una Fed che, a torto o a ragione, ignora l’inflazione al 3% e si ferma al mercato del lavoro.
Torniamo a quanto successo ai prezzi ad agosto. Ancora una volta il dato sintetico rischia di non restituire correttamente quello che sta succedendo all’economia o l’esperienza dei consumatori. I prezzi degli alimentari sono saliti al tasso più alto da gennaio 2023, spinti dagli incrementi di frutta e verdura, ai massimi da febbraio 2022. I costi per l’abitazione hanno fatto segnare l’incremento più alto degli ultimi dodici mesi; salgono anche i prezzi per il vestiario.
Queste sono categorie particolarmente impattanti per l’inflazione percepita dalle fasce di reddito più basse. La continuazione di questa dinamica nei prossimi mesi potrebbe spostare le aspettative sull’inflazione dei consumatori più di quanto si stimi oggi.
Emerge uno scenario inedito di stagflazione che rende più complicato il mestiere delle Banche centrali e le previsioni sull’andamento economico. Se a questo si sommano la guerra commerciale contro la Cina, la fabbrica del mondo, e gli sviluppi geopolitici per i mercati diventa difficile fare scommesse sul lungo periodo mentre l’attenzione sul “prossimo dato economico” diventa massima. È invece comprensibile che gli investitori scelgano, in questa incertezza, i beni rifugio a partire dall’oro.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
