• Iscriviti alla Newsletter
  • Accedi
  • Registrati
IlSussidiario.net
  • In primo piano
    • Ultime notizie
    • Cronaca
    • Politica
    • Economia e finanza
    • Sanità
    • Cinema e Tv
    • Calcio e altri Sport
  • Sezioni
    • Cultura
    • Energia e Ambiente
    • Esteri
    • Impresa
    • Lavoro
    • Educazione
    • Musica e Concerti
    • Motori
    • Scienze
    • Hi-Tech
    • Sanità, salute & benessere
    • Donna²
    • Milano
    • Roma
    • Oroscopo
    • Turismo e Viaggi
    • Sanremo
    • Meeting di Rimini
    • Sostenibilità e Sussidiarietà
    • Food
    • Chiesa
    • Trasporti e Mobilità
    • Osservatorio sull’informazione statistica
    • Tags
  • Approfondimenti
    • Rubriche
    • Dossier
    • Speciali
  • Riviste
    • Emmeciquadro
  • Firme & Multimedia
    • Autori
    • Intervistati
    • Editoriale
    • Foto
  • Feed Rss
  • Donazione
    • Sostieni ilSussidiario.net
IlSussidiario.net
  • Video
  • Cronaca
  • Politica
  • Sanità
  • Economia
  • Sport
  • Turismo
  • Chiesa
  • Video
  • Cronaca
  • Politica
  • Sanità
  • Economia
  • Sport
  • Turismo
  • Chiesa
IlSussidiario.net
IlSussidiario.net

Home » Esteri » Usa » USA E CHARLIE KIRK/ “Dem o Gop, c’è un establishment lontano dal popolo che spacca l’America”

  • Usa
  • Esteri

USA E CHARLIE KIRK/ “Dem o Gop, c’è un establishment lontano dal popolo che spacca l’America”

Int. Marcello Foa
Pubblicato 13 Settembre 2025
Marcello Foa (Ansa)

Marcello Foa (Ansa)

Dal 2008 gli Usa non sono stati più gli stessi e la divisione cresce. E chi si ribella all'establishment ne paga il prezzo

Tyler Robinson, 22 anni, è stato arrestato per l’assassinio di Charlie Kirk, attivista trumpiano ucciso nello Utah. Gli Stati Uniti non si interrogano solo sulle responsabilità dell’attentato – Trump ha riferito che la sua sarebbe un’azione isolata, chiedendo comunque per lui la pena di morte -, ma anche sul clima interno di tensione e contrapposizione tra le parti.


Putin: “Dombass sarà nostro, coi negoziati o con le armi”/ Trump accelera sulla pace: oggi round USA-Ucraina


Un clima, spiega Marcello Foa, giornalista, saggista, docente di comunicazione all’Università Cattolica di Milano e all’USI di Lugano, che si sviluppa a partire dalla crisi dei subprime e che ha portato a uno scollamento progressivo fra l’opinione pubblica e la classe politica. Gli Stati Uniti non sono affatto nuovi, è l’analisi di Foa, alla violenza politica, esercitata sempre su persone, democratiche o repubblicane, che si sono messe contro l’establishment e che per questo hanno pagato anche con la vita.


TAIWAN/ Tokyo con Taipei come l’Ue con Kiev, non è in grado di aiutarla senza Trump (che può cedere a XI)


Agli USA, comunque, serve un’inversione di tendenza, la capacità di recuperare un’appartenenza comune in un Paese che è sempre più diviso e che rischia di vedere crescere ancora di più la violenza.

Qual è il clima in cui si verifica l’omicidio di Charlie Kirk? Gli USA da tempo appaiono un Paese sempre più diviso: come mai sono arrivati fino a questo punto?

Quando c’è stata la crisi dei subprime si è creata un’evidente frattura tra l’élite che ha governato gli Stati Uniti e la classe media americana, alle prese con un’emergenza, principalmente immobiliare, di dimensioni inimmaginabili. Da allora in avanti c’è stato un continuo peggioramento del clima politico, per l’incapacità da parte del cosiddetto establishment di dare risposte concrete.


GOVERNO E UCRAINA/ Decreto armi e invito del Papa, quel doppio "messaggio" alla Meloni


Incluso Obama, che ha alimentato le speranze della gente promettendo di rappresentare il cambiamento all’insegna di slogan che non si sono tradotti in una vera svolta. In questo contesto, Trump è stato eletto perché rappresentava la voce di un’America che si sentiva tradita, trascurata: da allora il discorso politico è diventato sempre più conflittuale.

La situazione attuale qual è?

La degenerazione del confronto politico ha le sue radici nel 2008 e il suo punto di svolta nel 2016. Oggi siamo di fronte a un Paese dove non c’è più fiducia nelle istituzioni e nella classe politica tradizionale, dove ci sono due parti che si guardano in cagnesco: quella trumpiana che odia la sinistra o l’establishment, e l’altra parte che fa la stessa cosa a rovescio. È una crisi molto profonda.

Questa situazione non è nuovissima nella storia americana. Prima, nonostante lo scontro tra democratici e repubblicani, prevaleva comunque un senso di appartenenza agli USA come casa comune?

Non è una questione di democratici contro repubblicani. I grandi omicidi della storia americana hanno come oggetto persone che si sono ribellate all’establishment. E l’establishment non ha un colore politico. Alla fine la democrazia americana per tanti anni è stata come una sorta di club di cui chiunque vincesse, sinistra o destra, faceva parte. Chi è uscito dall’establishment ed è stato protagonista di momenti di rottura ha pagato con la vita: Martin Luther King, Malcolm X, John Kennedy (democratico), suo fratello Robert; lo stesso Reagan (repubblicano) fu oggetto di un attentato e si salvò per un soffio. Trump è stato vittima di due attentati.

Oggi siamo in una fase nuova?

Quel che è successo oggi è forse un passaggio ulteriore: la contrapposizione fra i due schieramenti sta portando a una situazione di odio tra due anime della nazione come mai si era verificato negli ultimi 50-60 anni.

A giugno, nel Minnesota, la deputata dem Melissa Hortman è stata uccisa con il marito. E un altro senatore è stato ferito. La tendenza alla violenza, diciamo così, attraversa sia la destra che la sinistra americana?

All’esterno dell’Annunciation Catholic School, dopo la sparatoria, 27 agosto 2025 (Ansa)

Dopo l’11 settembre gli americani erano tutti uniti, patrioti. Fin troppo. Si sono fatti anche ingannare accettando la guerra in Iraq su basi inventate. Poi quel clima si è rotto, in un Paese in cui purtroppo la violenza è un elemento comune. Lo vediamo anche nella produzione cinematografica. C’è l’idea della vendetta personale, alimentata anche da una certa cultura popolare. In un’America senza un collante identitario può succedere che un pazzo, una persona esasperata o fuori da ogni schema, possa passare, in modo inaccettabile, da una battuta da bar a sparare per uccidere qualcuno.

C’è anche un problema più ampio, non solo politico?

Le continue stragi negli USA indicano che c’è un problema di sanità mentale, più di quanto si possa immaginare. Penso a quello che è successo in una scuola cattolica di Minneapolis un paio di settimane fa. Sono vicende talmente assurde che c’è da domandarsi perché accadano solo negli Stati Uniti. C’è qualcosa di latente che andrebbe analizzato. Bisogna uscire dallo schema sinistra buona-destra cattiva o destra buona-sinistra cattiva. A forza di urlarsi contro di tutto, l’epilogo può essere una sconfitta di civiltà.

Questo clima di tensione negli Stati Uniti è alimentato da un linguaggio d’odio, dall’hate speech. Non occorre liberarsi di questo linguaggio per tornare a un confronto comunque serrato ma più sereno?

Quando si considera l’avversario politico o chi la pensa diversamente una persona che non è degna di rispetto, e questo viene continuamente alimentato da retorica e propaganda, si finisce per incidere sulla psiche. In un Paese in cui ci si insulta con una certa facilità le conseguenze sono queste.

Come dobbiamo interpretare allora l’omicidio di Kirk? È il gesto di un pazzo o dietro ci sia una sorta di strategia della tensione?

L’arresto di Tyler Robinson come autore dell’attentato e la tesi prevalente che la sua sia un’azione solitaria non ci deve fare dimenticare che dietro all’omicidio Kennedy non c’era solo Oswald: è stata un’operazione voluta ad altri livelli. Purtroppo nella storia americana bisogna anche considerare che ci possano essere pezzi di Stato che contemplano operazioni di questo genere. Non dico che sia così, è solo un’ipotesi che va presa in considerazione, ma non può essere scartata a priori, anche se deve essere valutata con cautela e prudenza.

Cosa ci dobbiamo aspettare ora negli USA? Il livello di violenza, non solo verbale, è destinato ad aumentare?

Le tensioni diminuiscono quando tutti stanno bene: un Paese con la pancia piena non fa la rivoluzione. In America, però, ci sono ampi strati della popolazione che sono ancora impoveriti, indebitati e arrabbiati. E questo è un problema non da poco. Inoltre ci vogliono leader politici che sappiano unire anziché dividere. Da questo punto di vista, ovviamente, la figura di Trump è divisiva: non mi aspetto che diventi il presidente che unisce l’America. Abbiamo davanti tre anni in cui, nel migliore dei casi, queste tensioni e questa diffidenza reciproca si congeleranno, ma potrebbero anche aumentare. E comunque ci vorrà tempo prima che l’America ritrovi l’unità e gli americani la sensazione di appartenere a un popolo.

Fra i democratici, che sono in una fase di sbandamento, incapaci di esprimere una vera opposizione a Trump, prevalgono per il momento i candidati e le posizioni più radicali. Dobbiamo augurarci un cambio di rotta anche in questo campo?

La politica della cancel culture, portata avanti specialmente dall’amministrazione Biden, dell’affermazione moralmente violenta delle minoranze LGBT, ha contribuito a esasperare i toni. La sinistra in questi anni non è stata inclusiva, tendeva a mettere all’angolo chiunque la pensasse diversamente da lei. Ha implementato la censura sui social media. In Europa se n’è parlato poco, però in America è stato un tema molto dibattuto. Trump non è l’unico che ha creato questo clima. Agli USA occorre ritrovare uno spirito unitario, oppure episodi come quello degli ultimi giorni si ripeteranno.

(Paolo Rossetti)

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI

Tags: Barack ObamaJoe BidenDonald Trump

Ti potrebbe interessare anche

Ultime notizie di Usa

Ultime notizie

Gli archivi del canale di Usa

ilSussidiario.net

il Quotidiano Approfondito con le ultime news online

  • Privacy e Cookies Policy
  • Aiuto
  • Redazione
  • Chi siamo
  • Pubblicità
  • Whistleblowing
  • MOG 231/2001
  • Feed Rss
  • Tags

P.IVA: 06859710961

  • In primo piano
    • Ultime notizie
    • Cronaca
    • Politica
    • Economia e finanza
    • Sanità
    • Cinema e Tv
    • Calcio e altri Sport
  • Sezioni
    • Cultura
    • Energia e Ambiente
    • Esteri
    • Impresa
    • Lavoro
    • Educazione
    • Musica e Concerti
    • Motori
    • Scienze
    • Hi-Tech
    • Sanità, salute & benessere
    • Donna²
    • Milano
    • Roma
    • Oroscopo
    • Turismo e Viaggi
    • Sanremo
    • Meeting di Rimini
    • Sostenibilità e Sussidiarietà
    • Food
    • Chiesa
    • Trasporti e Mobilità
    • Osservatorio sull’informazione statistica
    • Tags
  • Approfondimenti
    • Rubriche
    • Dossier
    • Speciali
  • Riviste
    • Emmeciquadro
  • Firme & Multimedia
    • Autori
    • Intervistati
    • Editoriale
    • Foto
  • Feed Rss
  • Donazione
    • Sostieni ilSussidiario.net

Ben Tornato!

Accedi al tuo account

Password dimenticata? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Accedi

Recupera la tua password

Inserisci il tuo nome utente o indirizzo email per reimpostare la password.

Accedi
  • In primo piano
    • Ultime notizie
    • Cronaca
    • Politica
    • Economia e finanza
    • Sanità
    • Cinema e Tv
    • Calcio e altri Sport
  • Sezioni
    • Cultura
    • Energia e Ambiente
    • Esteri
    • Impresa
    • Lavoro
    • Educazione
    • Musica e Concerti
    • Motori
    • Scienze
    • Hi-Tech
    • Sanità, salute & benessere
    • Donna²
    • Milano
    • Roma
    • Oroscopo
    • Turismo e Viaggi
    • Sanremo
    • Meeting di Rimini
    • Sostenibilità e Sussidiarietà
    • Food
    • Chiesa
    • Trasporti e Mobilità
    • Osservatorio sull’informazione statistica
    • Tags
  • Approfondimenti
    • Rubriche
    • Dossier
    • Speciali
  • Riviste
    • Emmeciquadro
  • Firme & Multimedia
    • Autori
    • Intervistati
    • Editoriale
    • Foto
  • Feed Rss
  • Donazione
    • Sostieni ilSussidiario.net