Il Senato ha approvato la nuova legge sulla montagna. Un forte segnale da parte del Governo. Al centro gli incentivi per medici, sanitari e insegnanti
Era il 1952. In quel mese di luglio il Parlamento varava la legge n. 991 (Provvedimenti in favore dei territori montani), la prima italiana che definiva i territori montani a fini legislativi (non esistevano ancora le Regioni), stabilendo criteri basati sulle altitudini e provvedimenti di sostegno per lo sviluppo economico, agricolo, forestale e l’attività di bonifica di queste aree.
Quella legge, in assenza delle Regioni, assegnava i compiti relativi ad organismi statali, cioè commissioni censuarie provinciali e alla Commissione censuaria nazionale. Facile a dirsi, ma…
Nel 1990, una nuova legge congelò la “montagna legale”, abrogando la precedente e aprendo di fatto un vuoto normativo. Per effetto di quell’abrogazione, la Commissione censuaria nazionale (che lavorava al ministero delle Finanze) dovette rinunciare alla classificazione della montagna, rendendo così impossibili ulteriori riconoscimenti del carattere montano in favore dei comuni richiedenti.
Si arriva così al 1999, quando la Camera dei deputati impegnò il Governo a favorire entro dodici mesi una nuova disciplina legislativa per la classificazione dei territori montani da parte delle Regioni.
Dopo un’infinita serie di decreti, farraginose attuazioni, elenchi e commi, si era arrivati ad una situazione di fatto obsoleta, dove i comuni montani venivano censiti con criteri disomogenei e di fatto non aderenti alla realtà.
Adesso, dopo decenni di attesa, e ad un anno e mezzo dal primo via libera dato dal Consiglio dei ministri, tempi trascorsi in infinite discussioni, aggiustamenti, verifiche parlamentari, finalmente l’altra sera il Senato, a maggioranza, ha approvato definitivamente il nuovo disegno di legge sulla (e per) la montagna.
A 73 anni dalla prima legge di settore, le “terre alte” tornano al centro dell’azione di governo, una determinazione che appoggia sul Fondo per lo sviluppo della montagna italiana (Fosmit), dotato di 200 milioni di euro l’anno per il triennio 2025-2027, risorse destinate a sanità (40 milioni), istruzione (20 milioni), agricoltura, mobilità, turismo, servizi digitali e contrasto allo spopolamento.
Le reazioni
“Nel 2021 c’erano appena 6-7 milioni per la montagna. Oggi ci sono più di 200 milioni. I numeri parlano da soli” ha commentato il ministro degli Affari Regionali, Roberto Calderoli.
“È il momento di lavorare con Governo e Parlamento per aumentare il Fondo Montagna – ha dichiarato Marco Bussone, presidente nazionale dell’Uncem, l’Unione nazionale comuni comunità enti montani –. È urgente ora passare alla fase operativa. L’obiettivo è duplice: garantire che le risorse destinate alle Regioni non vengano intaccate e trovare nuovi strumenti finanziari per sostenere gli incentivi previsti dalla legge per medici, imprese e insegnanti”.

Il presidente dell’Uncem ha lanciato una proposta concreta per l’incremento del Fondo, suggerendo di attivare risorse non convenzionali. “Da 200 milioni di euro si può salire, anche attivando risorse dalle concessioni idroelettriche, autostradali e delle attività estrattive – ha detto –. La montagna non vuole più regalare risorse. La legge si inserisce in un contesto di rinascita demografica delle aree montane. I dati del Rapporto Montagne Italia Uncem mostrano che 100mila persone sono tornate a vivere in montagna. Questo fenomeno rende ancora più impellente l’impegno dell’Uncem, che da sempre si batte per dare loro servizi, scuole, trasporti, sanità, strumenti formativi, aggregativi”.
“La nuova legge sulla montagna è un ulteriore segnale della grande e concreta attenzione che il Governo Meloni dedica a questi territori di assoluta importanza per l’intera nazione – ha detto il ministro al Turismo, Daniela Santanchè –. Arrivano così significative risorse per la valorizzazione delle nostre aree montane, anche nella loro declinazione turistica, in quanto mete sempre più apprezzate, ricercate e destagionalizzate, che ricoprono un ruolo altamente strategico nell’ambito della sostenibilità. Risorse che vanno ad aggiungersi agli oltre 500 milioni di euro già stanziati dal ministero del Turismo”.
“Una montagna di impegno non è uno slogan, ma oggi ancora di più un fatto concreto – ha aggiunto il senatore bellunese Luca De Carlo, presidente della IX Commissione Senato Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare e coordinatore veneto di FdI –. Questa era la promessa che ho fatto il mio primo giorno in Senato in questa legislatura e oggi portiamo a casa un risultato fondamentale. Il futuro della montagna passa da qui”.
Gli interventi
La legge prevede incentivi per medici, insegnanti e personale sanitario che scelgono di lavorare in montagna, sostegno alle scuole per l’infanzia e ai tribunali montani, tutela di boschi, pascoli, bacini idrici e fauna selvatica, investimenti in banda larga e infrastrutture, agevolazioni per agricoltori e silvicoltori, misure fiscali per le imprese giovanili montane e per il lavoro agile, contributi per l’acquisto e la ristrutturazione della prima casa nei comuni montani, incentivi alla natalità per contrastare lo spopolamento.
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