Tfr nei fondi pensione, governo sta studiando di renderlo obbligatorio per neo assunti dal 2026 e misure compensative per sostenere le PMI
TFR NEI FONDI PENSIONI, VERSO VERSAMENTO OBBLIGATORIO
Chi verrà assunto nel 2026 vedrà il proprio TFR nei fondi pensione, a meno che non si richieda entro sei mesi che venga lasciato in azienda.
L’idea del governo è di rendere obbligatorio il versamento del Tfr nei fondi previdenziali, ma al momento solo per i neo assunti, spingendo sulla previdenza integrativa, ma senza penalizzare troppo le piccole imprese.
La novità è stata presentata ieri dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, in vista della manovra di bilancio, in occasione del convegno del centro studi Itinerari previdenziali.

Se con la riforma precedente, i lavoratori potevano scegliere dove destinare il Trattamento di fine rapporto, altrimenti confluiva in automatico nel fondo di categoria, ora invece la regola sarà più rigida: il Tfr sarà già nel fondo e servirà un’azione del lavoratore per riportarlo in azienda. Come spiegato dal politico della Lega, la novità riguarderebbe 400-420mila lavoratori all’anno.
LE PROPOSTE PER LE MISURE COMPENSATIVE
La novità, infatti, è che dall’anno prossimo chi verrà assunto per la prima volta, vedrà il Tfr versato in un fondo pensione complementare, con la facoltà di chiedere in modo esplicito che resti in azienda entro sei mesi. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, il nuovo intervento normativo dovrebbe spingere con più forza l’adesione ai fondi pensione, in particolare nelle piccole e medie imprese, dove oggi solo una minima parte dei lavoratori – meno di uno su dieci – sceglie questa opzione, a fronte di percentuali altissime (tra l’80 e il 90%) nelle aziende di maggiori dimensioni.
Il nodo principale riguarda però l’utilizzo che molte PMI fanno del Tfr, trattandolo come una riserva finanziaria interna, utile a sostenere la liquidità aziendale. Per questo motivo si sta valutando di introdurre strumenti di compensazione: ad esempio, si ipotizza di riattivare il Fondo di garanzia per le PMI legato al Tfr, soppresso nel 2006, così da proteggere le imprese più piccole dalla perdita di questa fonte di autofinanziamento.
Un’apertura in tal senso è arrivata dal sottosegretario Durigon, che ha sottolineato anche la necessità di prevedere coperture specifiche per le aziende con oltre 50 lavoratori. In questi casi, infatti, il Tfr non conferito ai fondi confluisce già all’Inps; la misura avrebbe dunque un impatto ridotto e, in ogni caso, si applicherebbe soltanto ai neoassunti. Il quotidiano segnala inoltre un’ulteriore proposta avanzata da Itinerari Previdenziali: aumentare la quota massima destinabile dai fondi pensione all’economia reale, portandola dall’attuale 10% al 25%.
