L'analisi del FMI premia l'economia italiana, giudizio positivo su investimenti e finanze pubbliche ma restano da migliorare fisco e occupazione
Il Fondo Monetario Internazionale promuove l’economia italiana, che ha dimostrato di saper resistere alle tensioni internazionali e le incertezze globali rispondendo con investimenti e migliorando le finanze pubbliche. Il quadro che emerge dall’analisi dei tecnici dell’istituzione finanziaria è valutato positivamente nel complesso, con un giudizio particolarmente buono soprattutto sul piano Pnnr, che ha contribuito alla crescita e ha migliorato il risultato complessivo con un avanzo di solo lo 0.4% del Pil. Il trend occupazionale in costante crescita poi, è stato un altro fattore aggiunto alla valutazione di solidità nazionale, specialmente inquadrata nel contesto del post pandemia e considerando gli ostacoli subentrati a causa delle crisi commerciali che hanno esposto tutti i paesi esportatori a rischi finanziari.
Premiato, come conferma il capo missione Fmi per l’Italia Lone Christiansen, anche il piano per ridurre il debito pubblico a lungo termine, grazie alla manovra fiscale con la quale il governo si è impegnato con uno sforzo per correggere le distorsioni. Tuttavia, restano ancora alcune incertezze, sulle quali bisognerà continuare a lavorare per rendere il sistema più equo.

FMI: “Economia italiana resiliente nonostante le tensioni, il governo ha stabilizzato le finanze pubbliche”
L’analisi del Fondo Monetario Internazionale sulla situazione economica e di crescita dell’Italia ha premiato le scelte del governo sugli investimenti Pnnr e sulla manovra fiscale che hanno stabilizzato le finanze pubbliche. Il giudizio però nel complesso contiene anche alcuni consigli sul possibile miglioramento di fattori che ancora rischiano di creare ostacoli. Tra questi emerge principalmente l’invecchiamento della popolazione, che creerà a lungo termine difficoltà per un aumento della spesa per le pensioni e per le prestazioni della sanità pubblica.
C’è poi una valutazione a parte sul lavoro, che se da una parte è positiva per l’andamento di crescita dell’occupazione, dall’altra individua i punti deboli nelle mancate riforme per agevolare la produttività. Si potrebbe infatti intervenire su una maggiore partecipazione al sostegno della forza lavoro, in particolare delle donne, e sull’introduzione di regimi fiscali più razionalizzati e meno orientati verso i bonus. Il suggerimento infatti è stato quello di eliminare il regime forfettario per i lavoratori autonomi, per rafforzare gli adempimenti ed aumentare le entrate.
