Riforma pensioni 2025, le stime dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre e la parole di Massimo Blasoni (Sereni Orizzonti)
RIFORMA PENSIONI 2025, LE STIME DELLA CGIA DI MESTRE
Con 2,5 milioni di evasori fiscali stimati, il mancato gettito si è ripercosso sugli altri contribuenti, lavoratori e pensionati, che di fatto, secondo una stima della Cgia di Mestre, hanno dovuto mediamente “concedere” 156 giorni del loro reddito alle necessità dello Stato da utilizzare per provvedere all’erogazione di servizi pubblici. L’ufficio studi dell’associazione di artigiani ha anche evidenziato che la pressione fiscale più bassa in Italia negli ultimi 30 anni si è avuta nel 2005 con Silvio Berlusconi al Governo. Restando in Veneto, è stata avviata, da parte di Veneto Welfare, la campagna PrevidenteMente, volta ad aumentare la consapevolezza tra i cittadini di dotarsi di una previdenza complementare.
RIFORMA PENSIONI 2025, I DATI OCSE
Intanto il Rapporto Ocse “Pensions at a glance”, come riporta Italia Oggi, evidenzia che oltre all’Italia, tra i Paesi membri solo l’Austria, la Lituania e il Portogallo non garantiscono una rivalutazione piena a tutte le pensioni, ma almeno negli ultimi due casi ci sono delle regole definite che non cambiano insieme ai Governi come invece succede nel caso di Italia e Austria. Sempre nell’ambito delle comparazioni tra Italia e resto d’Europa, Massimo Blasoni, Fondatore di Sereni Orizzonti, come riporta Affari & Finanza, inserto di Repubblica, sottolinea che in Paesi come la Germania esiste una pensione, frutto di accantonamenti durante la vita lavorativa, che torna utile in caso di non autosufficienza da anziani.
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