La vicenda di Mario Venditti, un caso nei molti casi che riguardano il delitto di Garlasco, rende ancora più surreale (e forse scontata) l'intera vicenda
Amici miei, c’è del marcio in Danimarca; ma un po’ anche in Italia. Cominciamo con un fatto storico. Brevemente, nell’art. 16 del trattato di Versailles del 1947 si sancisce che L’Italia non avrebbe in alcun modo perseguito tutti gli italiani che avevano collaborato col nemico ora alleato. L’esplicita enunciazione dell’articolo suggerisce che i traditori erano così tanti da doverli menzionare nel trattato.
Il fatto che la clausola sia stata accettata senza neanche una dichiarazione di sdegno, illumina non solo noi, ma tutto il mondo sulla doppiezza e la slealtà di cui il popolo italiano e la sua leadership sono capaci.
Entrando nel particolare, l’ammiraglio Franco Maugeri, che un paio di volte era riuscito a scampare alle navi inglesi, divento capo del servizio informazioni della Regia Marina. In una di queste occasioni la nave del Maugeri sfuggì fortunosamente ai siluri, ma un ufficiale catturato trovò sulla nave inglese un ordine di servizio che definiva esattamente forza e posizione della squadra italiana. Gli inglesi sapevano tutto.
A guerra finita, Maugeri fu insignito di onorificenza al merito americana per i servizi resi durante la guerra, che in massima parte aveva svolto contro gli angloamericani prima dell’armistizio. E non dico altro.
Ma veniamo a Garlasco, a giudicare le ultime notizie sul fattaccio: pare che l’ex magistrato Mario Venditti, già procuratore di Pavia, sia accusato dalla Procura di Brescia per corruzione in atti giudiziari. Venditti non è certo povero, ma secondo le indagini dei carabinieri e della guardia di finanza avrebbe intascato soldi per chiedere l’archiviazione della posizione di Andrea Sempio nelle indagini per l’omicidio di Chiara Poggi.

Al Ros dei carabinieri, a casa Sempio il 14 maggio scorso, non è sfuggito un appunto su un taccuino: “Venditti gip archivia X 20.30 euro”. L’archiviazione chiesta da Venditti era stata accolta dal Gip nel marzo del 2017. Dal canto loro i finanzieri hanno rinvenuto oltre 40mila euro in assegni provenienti dalle zie di Sempio, prelevati da Giuseppe Sempio, padre di Andrea, e scomparsi.
Venditti a suo tempo affermò, a favore di telecamera, di aver impiegato 21 secondi ad archiviare Sempio per l’inutilizzabilità del Dna, mentre lo stesso Dna è stato ora giudicato utilizzabile a Brescia. Adesso, lo stesso ex procuratore nega sdegnosamente ogni coinvolgimento. Nella presunta porcata sono coinvolti anche due carabinieri ora in congedo.
Ma ora concludiamo: cosa unisce i fatti che abbiamo elencato? La nostra classe dirigente, che non a caso chiamiamo “la casta”, non è stata mai all’altezza di un grande Paese come l’Italia. La casta si rifugia sempre dietro al detto “Fai ciò che il prete dice, non quello che fa”. E non perde mai occasione per rimarcare questa caratteristica.
Questo porta tutti, dal falso cieco al boiardo di Stato, a cercare di prendere il massimo dal sistema, anche illegalmente. Nessuno opera per il buon funzionamento del sistema e la legge è relegata ad operare solo per chi la rispetta.
Ogni volta che accade uno di questi fatti incresciosi cadiamo dal pero, come si suol dire, ma non vengono mai presi provvedimenti strutturali per sanare questo bias. Il nostro Pil pro capite, attualizzato all’inflazione, è più o meno quello dell’inizio del secolo: e questo è un segno. Nel 1870 l’Italia era ultima in Europa per scolarità, insieme alla Finlandia. Oggi siamo ultimi insieme alla Romania e questo deve farci pensare.
Tappandoci il naso pensiamo: è questo Paese che partorisce questa classe dirigente, o e questa classe dirigente che produce questo Paese? Il pesce puzza dalla testa: ma la testa è l’eletto o l’elettore?
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