A Storie Italiane Lovati commenta le novità sull'indagine su Garlasco: il legale di Sempio ferito dall'idea di essere rimosso dall'incarico
Si continua a parlare del delitto di Garlasco con l’ampliarsi dei (tanti) misteri che gravitano attorno a questa intricata vicenda: oltre al fascicolo che ipotizza che l’autore dell’omicidio di Chiara Poggi possa essere Andrea Sempio – storico amico del fratello della vittima, già indagato nel 2006 e nel 2017 -, infatti, recentemente si è aperto un secondo (doppio) filone che da un lato indaga sulla possibile corruzione dell’ex PM Venditti per sostenere in passato l’innocenza di Sempio; e dall’altro indaga sulle intercettazioni alla famiglia del nuovo indagato condotte in modo forse eccessivamente sommario.
Soffermandoci proprio su quest’ultimo filone dell’indagine su Garlasco, è utile ricordare che recentemente è venuto fuori che le intercettazioni erano state affidate – con una procedura legalmente ammessa – a una società di consulenza esterna, la Esitel: l’aspetto potenzialmente interessante di questa società è che ha gestito l’intero impianto delle intercettazioni sui Sempio, con i suoi vertici che intrattenevano dei conclamati rapporti personali proprio con Venditti, titolare del fascicolo.
Cene – va sempre detto e precisato – che di fatto non dimostrano né provano una eventuale corruzione sul fascicolo di Garlasco: l’indagato Venditti, infatti, fino ad ora ha sempre negato con fermezza qualsiasi accusa a suo carico e sembra – per quello che è stato reso pubblico dagli inquirenti – che alla base dell’inchiesta a suo carico ci siano solo elementi del tutto indiziari, tra i quali una citazione nel corso di un’intercettazione, un foglietto (attualmente sotto sequestro) che riporta la scritta “Venditti GIP [a capo] archivia x 20. 30. euro” e alcuni prelievi effettuati da Andrea Sempio in quel periodo.
Garlasco, Lovati commenta le novità: “Non c’è nessun elemento che provi la corruzione di Venditti”
Presente nello studio di Storie Italiane il dottor Massimo Lovati, avvocato che nell’inchiesta su Garlasco assiste proprio Andrea Sempio, che ci ha tenuto a dirsi da subito ferito da “querele e procedimenti disciplinari a mio carico”, oltre che dall’ipotesi di essere sollevato dal suo incarico: all’assistito, spiega il legale, ho “detto che sbaglia perché il mio atteggiamento con la stampa non c’entra niente con il processo”, riferendosi ad alcune “mie esternazioni” pubbliche che non sarebbero piaciute all’indagato.

Passando agli ultimi temi dell’indagine su Garlasco, il dottor Lovati sostiene subito di non sapere “nulla (..) sulla Esitel”, così come le prove della presunta corruzione di cui è a conoscenza sarebbero solo “una distinta bancaria che riguarda la famosa somma dei 30mila euro [e] il pizzino che è sparito con una colonna di cifre e vicino la scritta ‘Garofano Lovati’ che penso sia un appunto del padre dei soldi versati ad avvocati e consulenti”: foglietto, peraltro, che secondo il legale sarebbe la prova che “l’altro pizzino è riferito a 20 o 30 euro“, negando l’ipotesi – sollevata nello studio di Storie Italiane – che il punto dopo la cifra “sia un segno per intendere mila”.
