Ai microfoni de L'Avenire l'interessante intervista al nipote di Arafat, Nasser al Kidwa: ecco che cosa ha detto sul futuro di Gaza
Nasser al-Kidwa è il nipote di Yasser Arafat e l’uomo che potrebbe mettere d’accordo Israele e Palestina. Nato a Gaza settantadue anni fa, è molto vicino all’ex premier israeliano Ehud Olmert e, nel contempo, è colui che un anno fa ha messo a punto un piano di pace basato sulla soluzione dei due Stati. Ma non finisce qui, perché Nasser al-Kidwa è anche il volto della Palestina, da quindici anni a questa parte, in seno all’Onu, e piace sia agli Stati Uniti sia a Israele.
Pochi giorni fa è stato riammesso nella Fatah, il partito che governa la Cisgiordania, dopo che dodici dirigenti su quindici hanno votato in suo favore, e questo ritorno è stato accolto con una grande festa, sorrisi e abbracci. Alle spalle anche la galera, cinque anni dopo la prima intifada del 1980, e oggi è stato intervistato dai microfoni de L’Avvenire per parlare di quello che sarà di Gaza, dopo che Israele e Hamas hanno finalmente siglato un accordo di pace che, per la prima volta negli ultimi due anni, sembra poggiare su basi molto solide. Secondo Nasser al-Kidwa, l’accordo è arrivato in quanto
“Israele ha capito di non aver vinto la guerra”, ma ciò, per il nipote di Arafat, non significa che abbia vinto Hamas, bensì che “per la prima volta Israele non ne è uscito con la piena vittoria”. Di conseguenza, gli Stati Uniti sono accorsi in aiuto di Tel Aviv, in quanto non sapevano “come uscire dalla guerra”. Quello che succederà adesso nessuno può dirlo, neanche al-Kidwa, “ma sicuramente siamo in una situazione nuova”, aggiungendo che il piano proposto dal presidente americano Trump e sottoscritto dalle due fazioni rivali sta proseguendo con la prima fase, quella del rilascio degli ostaggi, ma anche del ritiro dell’esercito e del rilascio dei palestinesi arrestati, che è stata completata.
NIPOTE DI ARAFAT SU GAZA: “MANCA ANCORA L’UNITA’ DI INTENTI”
Ora, però, si entrerà nella seconda fase, “e su questo punto non c’è ancora unità di intenti” – spiega ancora il nipote dell’ex leader palestinese – sottolineando come “gli arabi non hanno fiducia l’uno negli altri”; di conseguenza, non vi è una posizione comune per quanto riguarda Hamas, chi governerà la Striscia, la sicurezza e anche “la soluzione politica dei due Stati”.
Per Nasser al-Kidwa questo accordo non significa la fine di Hamas, ma la possibilità che si trasformi in un partito che possa partecipare alla vita politica palestinese, trasferendo le armi “sotto il controllo di un’autorità riconosciuta”, senza dimenticare che bisognerà parlare ai giovani, dando loro speranze concrete per il futuro. Il nipote di Arafat punta il dito anche contro il presidente palestinese, Abu Mazen, che dovrebbe fare dei passi di avvicinamento verso Hamas “senza far uccidere o assassinare le persone”.
NIPOTE DI ARAFAT SU GAZA: “QUALE SARA’ IL RUOLO DI HAMAS?”
Tornando al piano di pace siglato, secondo il nipote di Arafat mancano i dettagli per metterlo in pratica; di conseguenza, “bisognerà negoziare ancora”, cercando di capire meglio quale sarà il futuro di “Hamas e dei palestinesi”. A riguardo, comunque, Nasser al-Kidwa non ha dubbi: “La Palestina deve essere governata solo dai palestinesi”, non accettando alcuna figura straniera e dicendo quindi no alla possibilità che sia Tony Blair il futuro “governatore”.
In ogni caso, è fondamentale scegliere una persona che sia “capace di svolgere il lavoro a cui sarà chiamata”, al di là del fatto che sia donna o uomo, e che appartenga a Fatah, a Hamas o ad altri ancora. “C’è un elenco di nomi e di proposte” – dice a riguardo – “ma servono persone rispettabili e capaci”. Infine, incalzato sulla possibilità che si candidi alle prossime elezioni palestinesi, come post Abu Mazen, il nipote di Arafat ha dribblato abilmente la domanda: “È troppo presto, adesso, per parlarne”.
