Curiosità e relazione ci salvano dall’università diabolica

Nei giorni scorsi a Milano si è tenuto un interessante convegno sul tema "Università: relazione e curiosità"

“Viviamo in una università dove la dimensione “diabolica” prevale.” La caratteristica del diavolo (dal greco diaballein, separare) è che “riesce a separare le persone, perché capisce che il suo vero nemico è quando le persone si mettono assieme, quando le persone esercitano il senso critico, quando le persone condividono una dimensione spazio-temporale comune, quando hanno da pensare ad un altro e non soltanto alla propria soggettività ironica.



L’unico modo per ricostruire un senso all’interno di una università che sta perdendo la sua dimensione di relazione è andando verso una nuova capacità di cogliere gli aspetti di riunificazione del senso, riunificazione dello spazio-tempo, riunificazione delle persone, riunificazione di valori, gli aspetti di discussione e dimensione dialogica.



Parlare oggi di relazione significa cercare di restituire all’università il più possibile il motivo per cui l’università è nata: per riunificare il diverso, non per tenere ciascuno all’interno della propria piccola e diabolica bolla.”

Con queste parole si è concluso l’intervento del Prof. Elio Franzini, già rettore dell’università di Milano Statale, al convegno sul tema “Università: relazione e curiosità” tenutosi all’università di Milano – Bicocca nei giorni scorsi.

Nella sua acuta e disincantata analisi del mondo universitario, specchio del mondo contemporaneo, Franzini ha contrapposto la definizione dell’università, data da papa Francesco per l’inaugurazione dell’anno accademico dell’università Cattolica nel 2021, al successo delle telematiche. Mutuando dal grande musicista Mahler – che così qualificava la musica – la triade ” fuoco, speranza, servizio”, Papa Francesco indicò come dev’essere l’università. Fuoco, perché deve essere animata da passione; speranza, perché animata da una idea di futuro; e servizio di formazione della persona.



Queste caratteristiche rendono l’università luogo di relazione. Invece grazie alle telematiche, ma anche grazie alle università che tendono sempre più ad imitarne il modello e assimilare la tradizione ad una supposta innovazione che tale non è, l’università sta diventando un mondo di separazione, che non è più fuoco perché la distanza acuisce la diminuzione della passione, ed è sempre meno servizio: quale dei docenti è consapevole di compiere un percorso di carattere formativo e non soltanto un compito di carattere nozionistico?

Chi è in grado di riconoscere la necessità di formare le persone e non esclusivamente di riempire le persone di contenuti?

Non è la prima volta che queste domande echeggiano nei convegni che l’università di Milano – Bicocca organizza annualmente dal 2006.

Questi incontri, da sempre organizzati in collaborazione con l’International Center Piero Caldirola, Help Point e Universitas-University, vogliono essere un momento di libera discussione tra studenti, docenti e personale amministrativo sul valore dello studiare e vivere in università, lontano dai tecnicismi di cui è intrisa la quotidianità del lavoro universitario. La cornice di Villa Monastero a Varenna in un sabato d’autunno è da sempre il luogo prediletto per questi appuntamenti, tenuti in Milano – Bicocca negli ultimi due anni per motivi logistici.

La Scuola di Atene, una delle opere di Raffaello Sanzio (da facebook)

Il tema della edizione 2025 del convegno — Università: Relazione e Curiosità — è stato ripreso nell’intervento appassionato di Chiara Boiardi, studentessa di Milano – Bicocca. Relazione e Curiosità sono “due movimenti che appartengono alla stessa radice umana. La curiosità, se torniamo alla sua origine latina curiositas, viene da cura, cioè attenzione, sollecitudine, prendersi a cuore qualcosa. Essere curiosi, quindi, non è ficcanasare nel mondo: è prendersi cura del mondo, è interessarsi a ciò che ci circonda con rispetto e desiderio di comprenderlo.

E la relazione è il terreno in cui questa cura si esercita. Si potrebbe dire che la curiosità è la scintilla, e la relazione è l’aria che permette a quella scintilla di diventare fiamma. Una curiosità che non incontra nessuno, che non si traduce in dialogo, rimane sterile; una relazione senza curiosità, invece, diventa abitudine, forma vuota.”

“L’università nasce proprio per custodire questa dinamica: la tensione tra il desiderio di conoscere e la possibilità di farlo insieme. Non è un luogo dove si collezionano nozioni, ma una comunità che cerca la verità attraverso la relazione.”

“Se oggi mi chiedessero”, ha concluso Chiara Boiardi, “che cosa ho imparato davvero in questi anni, direi questo: che lo studio è un atto di fiducia — fiducia nella realtà, negli altri, e in sé stessi. E che l’università serve a custodire proprio questa fiducia: la convinzione che la conoscenza, quando è condivisa, può ancora generare umanità. E questo — credo — è il profitto più grande che l’università possa generare”.

“L’università è contesto, confronto e innovazione. Tra persone” ha affermato il prof. Luca Beverina, prorettore alla terza missione e rapporti con le imprese dell’università di Milano – Bicocca, a conclusione del suo intervento in cui ha, tra l’altro, affrontato il tema di come la terza missione sia relazione tra quello che accade dentro l’università e il mondo esterno.

“Tutto avviene intorno alla macchinetta del caffé” ha chiosato con una battuta il prof. Giorgio Vittadini, docente di Milano – Bicocca, facendo riferimento alla sua esperienza di studente. “Nell’informalità della relazione nasce qualcosa che dà valore aggiunto al modo di essere in università, soprattutto quando si è giovani, infinitamente diverso. Si può uscire con lo stesso voto ma avendo un tipo di preparazione alla realtà completamente diversa”.

A conclusione dell’incontro, prima del consueto momento conviviale, il rettore neo-eletto di Milano – Bicocca Marco Emilio Orlandi ha dato appuntamento a Varenna per il 10 ottobre 2026, con l’auspicio che l’università sia davvero luogo di passione e servizio, riconosciuta sempre più come luogo privilegiato di formazione della persona e motore di sviluppo umano, economico e sociale.

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