A Roma si è tenuto l'evento per i 25 anni della Fondazione Patrizio Paoletti: tre giorni d'incontri incentrati sul tema della salute umana
Si è tenuto in questi giorni – precisamente dal 20 al 22 novembre – a Roma l’evento per celebrare i 25 anni della Fondazione Patrizio Paoletti che dal 2000 si è fissata l’obbiettivo di contribuire in modo concreto alla salute umana attraverso il potente mezzo della ricerca neuro e psicopedagogica: un evento nel corso del quale si sono alternati diversi incontri e panel con esperti di vario tipo, ripercorrendo la (ormai lunga) storia della Fondazione Patrizio Paoletti, la sua mission e la sua strada futura.
Prima di immergerci negli eventi al centro del “compleanno” della Fondazione Patrizio Paoletti, vale la pena partire da qualche numero per ricordare che in questi 25 anni la Fondazione ha supportato oltre 400mila bambini e adolescenti e decine di migliaia di docenti, finanziando più di 300mila ore di ricerca: il focus – come accennavamo prima – è quello di contribuire in modo concreto alla lotta contro la povertà educativa, concentrandosi anche sui temi del disagio emotivo e delle disuguaglianze che, spesso, la alimentano.
Eventi e incontri del 25esimo anniversario della Fondazione Patrizio Paoletti
Gli incontri al centro del 25esimo anniversario di Fondazione Patrizio Paoletti sono stati in particolare tre, distribuiti sui tre giorni dell’evento, partendo – il 20 novembre – dal panel “Una storia fatta di storie” nel corso del quale sono stati presentati tutti gli importanti risultati raggiunti dal 2000 a questa parte grazie al supporto delle tante persone che rappresentano il cuore pulsante della Fondazione: presenti sul palco – oltre allo stesso Patrizio Paoletti – anche il vice della Camera dei Deputati Giorgio Mulè, il vice della Commissione Affari Sociali della medesima Camera Luciano Ciocchetti e il presidente del CSS Alberto Siracusano.
Il giorno successivo, invece, sul palco delle celebrazioni del compleanno della Fondazione Patrizio Paoletti si sono susseguiti l’assessore Claudia Pratelli, la cantautrice Annalisa Minetti, Dagmar Segbers (Beiersdorf) e Paolo Andreotti per un incontro dedicato interamente al protocollo educativo “Prefigurare il Futuro” della Fondazione; mentre in chiusura – il 23 novembre – il focus è stato posto sul tema della cooperazione tra istituzioni per il benessere collettivo, con l’incontro “21 Minuti” nel quale si è parlato anche del Modello Sferico dell’Economia ideato da Paoletti.
La mission e il futuro della Fondazione Patrizio Paoletti: “Creare connessioni per migliorare la collettività”
All’evento della Fondazione Patrizio Paoletti, il fondatore ha ricordato che la sua missione (ormai diventata condivisa) è sempre stata quella di creare un dialogo attivo tra le “diverse aree del sapere” in una vera e propria “sinergia tra neuroscienze, psicologia e pedagogia” che aiuta lo “sviluppo umano“: per un futuro sostenibile, infatti, secondo Paoletti è necessario creare dei nuovi “strumenti [e] protocolli” che mirino, innanzitutto, alla “prevenzione” e alla consapevolezza di noi stessi e di ciò che ci circonda.
Strumenti – ha spiegato il fondatore della Fondazione Patrizio Paoletti – come il paradigma del Modello Sferico dell’Economia secondo il quale la competizione finisce per essere dannosa allo sviluppo personale e collettivo: l’idea è quella di “insegnare” ai giovani a cooperare tra loro, facendo leva sulle singole potenzialità per metterle a sistema; il tutto raggiungendo auspicabilmente un futuro in cui la collaborazione tra persone, imprese e territori diventerà un vero e proprio motore per lo sviluppo collettivo.
Similmente, il vice della Camera Giorgio Mulè all’evento della Fondazione Patrizio Paoletti ha ricordato che l’epoca che attraversiamo è fatta di un “costante rumore di fondo” che sovrastimola il nostro cervello compromettendone la “capacità di attenzione“, con ripercussioni anche sulla propensione umana alla “socialità“, all’ascolto, alla “creatività” e – più genericamente – al “benessere mentale“; mentre Dagmar Segbers ha ricordato – ricollegandosi al discorso di Mulè – che le relazioni ci “fanno stare bene” ed è proprio per questa ragione che è nato il progetto “Insieme oltre l’isolamento” assieme a NIVEA che mira ad aiutare i giovani a “costruire relazioni sane“.
