120 milioni di euro: è la maxi multa dell'UE al social X di Elon Musk per avere violato il DSA. La risposta di JD Vance: è un attacco all'America
Il vallo tra l’UE e gli USA si allarga sempre di più. E con una modalità che suona oggettivamente paradossale. È successo che l’esecutivo Ue ha adottato una decisione di non conformità nei confronti del social network X per violazione degli obblighi di trasparenza previsti dal Digital Services Act (DSA), comminandogli una multa da 120 milioni di euro.
Le violazioni includono la grafica ritenuta “ingannevole” del segno di spunta blu, la mancanza di trasparenza del suo archivio pubblicitario e il mancato accesso ai dati pubblici per i ricercatori.
Il procedimento era iniziato il 18 dicembre 2023 e mirava ad appurare se X, rilevata da Elon Musk nel 2022 quando era ancora Twitter, avesse violato il DSA in ambiti legati alla diffusione di contenuti illegali, e a valutare l’efficacia delle misure adottate per contrastare la manipolazione delle informazioni, materie per le quali l’indagine è ancora in corso.
Non merita nemmeno entrare nei dettagli della fattispecie giuridica del provvedimento, in quanto il DSA è stato scritto con un burocratese volutamente confuso e incomprensibile ai più, così da permettere poi qualsiasi interpretazione interessi alla Commissione.
Personalmente ne avevo già fatto oggetto di discussione proprio su X con alcuni parlamentari europei italiani che l’avevano approvato sostenendo di avere emendato il regolamento dalle parti che rappresentavano intenti dichiaratamente censorii. Mi ero permesso di commentare senza mezzi termini: “Temo che non abbiate capito cosa avete effettivamente approvato”.
Via via l’Italia si è trovata a sottoscrivere direttive e regolamenti, che mai avrebbe dovuto approvare, per non irritare von der Leyen e ottenere una vicepresidenza (Fitto) e approvare il PNRR.
Sembra che Meloni e i parlamentari europei italiani non si rendano ben conto della disinvolta doppiezza con cui Ursula von der Leyen governa la Commissione.

Un esempio? Il Chat Control era stato rifiutato all’unanimità, ma un mese dopo essere stato cacciato dalla porta è rientrato dalla finestra.
L’industria automobilistica di tutta Europa sta venendo letteralmente massacrata per accontentare le ubbìe ecologiste di socialisti e verdi, ma alle richieste insistenti di diversi Paesi importanti, tra cui l’Italia, di modificare radicalmente i provvedimenti più distruttivi, l’ineffabile von der Leyen risponde con vaghe promesse e soprattutto rinvii.
Altrettanto sta succedendo per gli assurdi provvedimenti in grado di colpire duramente l’agricoltura, soprattutto italiana, per non parlare della follia dell’efficientamento energetico delle abitazioni, con clausole draconiane ed economicamente insostenibili (direttiva case green).
Per tornare al merito della maxi-multa a X, non si può non considerare paradossale il fatto che sia stata comminata per violazioni di “trasparenza”, quando la stessa von der Leyen è palesemente colpevole di totale assenza di trasparenza con l’acquisto di vaccini anti-Covid per miliardi di euro tramite sms poi cancellati. E risulta sotto indagine della Corte di giustizia.
Se si aggiunge che X è diventato il social media più libero sul quale si può esprimere un dissenso motivato contro le bugie mainstream, si capisce perché questa multa è considerata solo l’inizio di un progetto di censura che comprende il bavaglio ai social, la Identity Card, la moneta elettronica: vale a dire il controllo sociale totale, come avviene in Cina.
Basti aggiungere che il vicepresidente americano JD Vance e il segretario di Stato Marc Rubio hanno definito la multa dell’UE un “attacco all’America”. Era così difficile prevederlo? Ce n’è abbastanza per prevedere, senza timore di smentita, tempi ancor più interessanti.
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