Papa Leone XIV risponde su Ucraina, dialogo con Zelensky, centralità dell'Ue nei negoziati. Poi il monito all'Europa sullo spazio libero per la Chiesa
L’INTERVISTA DA CASTEL GANDOLFO E IL MONITO ALLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE SULLA PACE IN UCRAINA: COSA HA DETTO PAPA LEONE XIV
Secondo Papa Leone XIV non è realista che all’interno dell’accordo di pace preparato dall’Ucraina non si abbia uno spazio per l’intervento dell’Europa, dato che dalle garanzie di sicurezza alla guerra stessa come collocazione territoriale, è tutt’altro che fuori dall’interesse del Vecchio Continente. Le parole dette dal Santo Padre ieri sera uscendo da Villa Barberini a Castel Gandolfo, nella lunga giornata che lo ha visto protagonista dell’udienza con il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, hanno subito fatto il giro del mondo quasi passando come un “monito” al leader americano Donald Trump nella diatriba in corso con l’Europa.
A ben guardare invece, entrando in profondità con le dichiarazioni dirette di Leone XIV, emerge un quadro molto più ampio dove sì il Papa chiede la centralità dell’Europa assieme agli Stati Uniti nelle trattative di pace, ma amplia il discorso e lancia un monito all’intera comunità internazionale davanti alla tragedia dell’Ucraina. Dopo lo stringato comunicato della Santa Sede al termine dell’incontro con Zelensky, Papa Leone XIV aggiunge ai microfoni che lo attendevano fuori da Castel Gandolfo alcuni concetti importanti sul dialogo avuto con il leader del Paese invaso ormai 4 anni fa dalla Russia di Putin.
In primo luogo, il Papa conferma la centralità del cessate il fuoco come unica opzione possibile, e ribadisce di aver parlato di come arrivare a liberare gli altri bambini prigionieri che da tempo la Chiesa (e praticamente nessun altro organismo internazionale) provvede nel dialogo serrata con Mosca e Kiev. Papa Leone XIV sottolinea però di aver nuovamente proposto il Vaticano come “attore” disponibile ad offrire spazi e opportunità per i negoziati di pace: finora è sempre stata rifiutata tale offerta, ammette Prevost, «siamo disponibili a cercare una soluzione per una pace duratura e anche giusta».
PAPA “EUROPEISTA” O REALISTA? ECCO COSA DICE SULL’UNIONE EUROPEA…
In risposta all’invito fatto da Zelensky di procedere con un viaggio in Ucraina quanto prima, Papa Leone XIV dice di essere speranzoso di accettare la proposta, ma ammette di non saper quanto ciò sarà possibile, anche perché «bisogna essere realisti in queste cose». Una visita a Kiev in questo momento sarebbe vista infatti come una mossa forse avventata data la delicatezza e fragilità delle trattative diplomatiche in corso con la Russia, in qualche modo seguendo la linea sempre imbracciata da Papa Francesco prima di lui di voler visitare Mosca e Kiev in un unico grande viaggio di pace.
Il tema più succulento (giornalisticamente parlando) è però stata la domanda sul ruolo che l’Europa può ancora avere nelle trattative di pace, specie davanti alla Presidenza Trump che continua a lanciare frecciate contro i leader UE considerati deboli e poco capaci di trovare una soluzione nel complesso scacchiere geopolitico: qui Papa Leone XIV rivendica un ruolo importante per l’intera Europa, auspicando l’unità di tutti i Paesi UE nel sostegno all’Ucraina. Dato che «la guerra è in Europa», è il ragionamento del Santo Padre, cercare un accordo di pace «senza includere l’Europa nelle conversazioni non è realista».
Le garanzie di sicurezza che vengono cercate e che sono al centro del piano di pace avviato da Trump, tanto oggi quanto nel futuro, coinvolgono necessariamente l’Unione Europea e per questo dovrebbe far parte anch’essa dei negoziati: non tutti purtroppo riescono a capire tale assunto – ammette il Papa, probabilmente rivolgendosi più a Mosca che non a Washington – ma vi è una grande occasione affinché tutti i leader europei possano unirsi per trovare una autentica soluzione di pace.
Leone XIV dunque europeista convinto? Di sicuro l’accento dato ieri è importante, ma occorre fissare due elementi con estrema chiarezza: in primo luogo, Papa Leone XIV parla di unità dell’Europa e di ruolo importante per una pace vera, e non per una continuazione della guerra magari con ulteriori armi vendute all’esercito di Kiev. In secondo luogo occorre fare un breve passo in avanti rispetto all’intervista di ieri sera, sentendo le parole pronunciate oggi prima dell’udienza generale davanti alla delegazione del partito ECR-Conservatori Europei (di cui fa parte anche FdI della Premier Meloni, anche lei ieri protagonista di un vertice a Roma con Zelensky).
Il Papa chiede a gran voce che le istituzioni europee, dalla Commissione al Parlamento, promuovano sempre più il bene comune, garantendo voce alla Chiesa di Cristo e proteggendo l’eredità religiosa del continente come indicava San Tommaso Moro, «non si tratta di restaurare un’epoca passata», osserva Leone XIV, ma garantire che «risorse chiave per la cooperazione e l’integrazione future non vadano perse». Insomma più che “pro-Europa”, è il Papa “pro-bene comune e libertà religiosa”, e si conferma così sempre più come leader spirituale più che “politico”, che è poi quanto viene richiesto al testimone di Pietro in terra.
