USA/ La politica del capro espiatorio

Una di queste è la decisione del governatore del Nuovo Messico, Bill Richardson, di firmare questa settimana la legge, già approvata dal parlamento statale, che abolisce la pena di morte

La settimana scorsa, i notiziari sono stati occupati soprattutto dalla crisi economica e dalle iniziative del presidente Obama in proposito. Talvolta è come se nient’altro stesse accadendo nel mondo. Per l’americano medio è difficile giudicare sia il programma del presidente per la ripresa economica, sia le critiche che gli vengono fatte. Qualsiasi cosa un esperto in economia possa dire, è facile trovarne un altro che dice esattamente l’opposto, ed è esattamente ciò che sta succedendo sui media, specialmente sulle televisioni via cavo dedicate esclusivamente ai notiziari. Tutto questo rende la gente sempre più frustrata e arrabbiata.

 

Coscienti del montare della rabbia, i politici nel Congresso tendono a riformulare il problema in termini di capro espiatorio contro il quale prendere iniziative. I “cattivi” di questa settimana sono state le società che, ricevuti fondi federali (quindi dei contribuenti), li hanno usati per pagare elevati bonus ai propri dirigenti, sulla base di contratti firmati prima di ricevere soldi dal governo. Per dimostrare la propria comprensione per la rabbia della gente, il Congresso vuole imporre una tassa del 90% su questi bonus. Questa proposta, però, ha allarmato molti osservatori, che temono costituisca un precedente per un dannoso potere eccessivo del Congresso.

Un commentatore l’ha definita la “politica della distrazione”, un tentativo di stornare l’attenzione pubblica verso un facile scontro “cattivi contro buoni”, invece di educare le persone affinché possano giudicare adeguatamente su queste questioni complesse. Il governo e i media sono entrambi avvantaggiati da queste politiche diversive, perché consentono di ridurre le questioni a quelle “battute” su cui prosperano i media.

Sepolte sotto questa valanga di sensazionalismo vi sono notizie di gran lunga più importanti. Una di queste è la decisione del governatore del Nuovo Messico, Bill Richardson, di firmare questa settimana la legge, già approvata dal parlamento statale, che abolisce la pena di morte. Bill Richardson è un latino-americano cattolico e la conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti, schierata per l’abolizione della pena capitale, gli ha inviato una lettera di ringraziamento per la sua coraggiosa decisione (la maggioranza degli americani è in favore della pena di morte). Richardson è un Democratico e un deciso sostenitore di Obama, preso in considerazione a suo tempo come possibile candidato alla vicepresidenza.

Il parlamento del Nuovo Messico è dominato dai Democratici, molti dei quali cattolici, ma la legge è passata e Richardson l’ha firmata senza far alcun riferimento di nessun tipo a una posizione pro-life. La ragione è semplice: la gran parte dei politici cattolici che si oppongono alla pena di morte sono, però, a favore del diritto di abortire.

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