Il curioso e il prevenuto

Di ritorno dal Meeting di Rimini, Pigi Colognesi ha avuto modo di ascoltare l’ottusa e preconcetta opinione di un ascoltatore che, alla radio, commentava la partecipazione di Enzo Jannacci. Il quale, in realtà, ha già risposto a tutti

Enzo Jannacci è in macchina verso il Meeting di Rimini. Ilsussidiario.net gli chiede se è curioso di partecipare a quell’incontro. «Certo che sono curioso, risponde, sono interessato a vedere il tipo di reazione, ma le cose che dico sono le stesse da più di 40 anni».

Anch’io sono in macchina; il mio Meeting è già finito e, mentre vado al lavoro, sento la radio. Stanno parlando proprio di Jannacci che si esibisce a Rimini. È una di quelle trasmissioni in cui la gente può intervenire da casa. Un ascoltatore si rivolge così al medico-cantante: «Quando non se ne può più, ci si rivolge al buon Gesù. Peccato che il tuo sia quello di Cl».

Prima riflessione. L’anonimo ascoltatore non è un poeta di valore. La rima del suo infantile verso iniziale non è un gran che. Ma questo sarebbe niente; ciò che inquieta è la faciloneria, lo sprezzo, la saccenteria coi quali giudica le convinzioni di un uomo. La fede deve essere per forza l’ultimo approdo di chi non sa più che pesci pigliare, l’irragionevole zattera cui si aggrappa chi non ha più niente di sicuro nella traversata pericolosa della vita che finisce? Ma allora, le migliaia di persone che in questi giorni si sono mostrate curiose di capire chi era sant’Agostino o come funzionavano le Reduciones gesuite nel Paraguay o come ha lavorato Galileo, che hanno sentito la storia di una madre che ha perso marito e figli ma non la speranza, o cercato di capire cosa è successo a quello strano persecutore di Cristo e poi suo apostolo che si chiamava Paolo; tutti quelli che hanno fatto la coda per conoscere un po’ di più cosa succede nel continente africano (che giornali e tv trattano come se non esistesse) o come si combatte l’Aids con le armi del rispetto della persona e non con un semplice pezzo di plastica; che hanno voluto incontrare decine di scrittori e interrogare i politici; tutta questa è gente che «non ne può più» della vita? O, piuttosto, ha gran voglia di vivere?

Seconda riflessione. Quale sarebbe il Cristo «di Cl»? Non è forse l’unico che sia esistito e che continua ad agire, mostrando la propria capacità di cambiare una vita? A Rimini è stata raccontata la storia dei primi credenti di una piccola regione dell’attuale Turchia, chiamata Galazia. Era stato proprio san Paolo ad annunciare loro Cristo. Poi sono venuti altri a dire cose diverse, a imporre nuovi pesi morali, a proporre una propria immagine di Gesù. Paolo è categorico quando scrive loro: guardate bene cosa vi è successo, osservate attentamente da dove sono venuti i frutti di umanità di cui potete godere. Avete tutti gli strumenti per valutare se quello che vi ho annunciato è il Cristo vero oppure una sua caricatura. Non so come sia il Cristo dell’anonimo ascoltatore della radio, ma quello della cui «carezza» aveva parlato Jannacci e sulle cui tracce ci siamo messi a Rimini è convincente. Chi ce lo ha testimoniato ha tutti i suoi difetti umani (sarà questo che scandalizza l’ascoltatore?), ma essi non riescono a cancellarne il volto.

Ultima osservazione. Non c’è proprio paragone tra la chiusura prevenuta dell’ascoltatore e la curiosità di Jannacci. Quest’ultima è decisamente più simpatica, più allegra. Perciò, di fronte al sussiego dei saccenti, così come di fronte all’imbarazzato silenzio di molti giornali che dell’incontro di Rimini non vogliono parlare o si ostinano a cercarvi solo il teatrino politico di cui si pensano comparse di secondo piano, rispondiamo come ha risposto lui a chi gli chiedeva se fosse preoccupato di quello che si sarebbe detto della sua partecipazione al Meeting: «Non me ne frega niente. Fin dall’inizio ero vicino a Dio, al Nazareno e a quella carezza che è venuto fuori un po’ per volta».

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