La fede, una questione politica

Il presidente ha usato la frase “fede cristiana” più in questi tre mesi che non in tutto l’anno passato. Ma, rileva LORENZO ALBACETE, di fatto Obama va raramente in chiesa

In attesa dell’arrivo a Washington dei membri del Congresso eletti nelle recenti elezioni di metà legislatura, vi è grande eccitazione per vedere quanto sia realmente forte l’influenza dell’ideologia del Tea Party nel cosiddetto nuovo Partito Repubblicano. A quanto sembra, i loro sforzi saranno inizialmente concentrati nel tentativo di annullare quanto possibile della “Riforma Sanitaria” del presidente Obama. I Democratici, dal canto loro, stanno tentando di contrastare il possibile filibustering nei confronti delle loro proposte di legge. Intanto, il presidente fa ritorno dalle sue idilliache vacanze, passate il più lontano possibile da Washington senza lasciare il Paese. Per i fanatici della politica le prossime settimane a Washington sarà senz’altro un paradiso.

In questa situazione, il mio amico David Gibson scrive nel suo blog:
“Barack Obama è andato in chiesa la domenica successiva a Natale nelle natie Hawaii,  partecipando ad una funzione multidenominazionale nella cappella del corpo dei Marines nella base alle Hawaii.
E questa ti pare una notizia, dir ete? In realtà lo è, quando si tratta di un presidente che sta lottando in vista della rielezione dopo un anno in cui un numero crescente di americani, circa uno su cinque, pensa che sia un musulmano, mentre più della metà considera le opinioni religiose di Obama diverse dalle proprie.
Inoltre, Repubblicani e attivisti conservatori continuano a sollevare dubbi sulla posizione religiosa di Obama come un mezzo per seminare dubbi sul suo impegno per i valori americani.”

Ad esempio, 41 Repubblicani e un Democratico, membri del Congressional Prayer Caucus (Gruppo di preghiera del Congresso), hanno scritto a Obama chiedendogli perché durante un suo viaggio in Indonesia avesse citato al pubblico la frase “E pluribus unum” come motto nazionale, invece di “In God We Trust” sostituita dal Congresso nel 1956 alla precedente, che era stata adottata nel 1782.
La lettera faceva anche notare che in tre precedenti occasioni, Obama aveva citato la seconda frase della Dichiarazione di Indipendenza: “ che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che sono stati dotati dal Creatore di certi Diritti inalienabili”, eliminando la parola “Creatore.”

Come osserva Gibson, queste accuse influiscono sulla percezione di Obama presso il pubblico. “Quindi non si è trattato probabilmente di una coincidenza se durante le vacanze il presidente è sembrato cogliere ogni opportunità per mettere “Christ  in Christmas”, Cristo nel Natale.
Queste le parole chiave di Obama: la Natività è “una storia che è cara a Michelle e a me come cristiani…Un bambino nato in una stalla ha portato al nostro mondo un dono di redenzione, di pace e salvezza, un messaggio che guida la mia fede cristiana.”

È stato osservato che il presidente ha usato la frase “fede cristiana” più in questi tre mesi che non in tutto l’anno passato. Di fatto, Obama va raramente in chiesa e ha cessato di cercare di partecipare a una congregazione religiosa perché, ha detto, sarebbe troppo “disgregante” per qualsiasi di esse la sua famiglia dovesse scegliere. Invece, gli Obama partecipano alle funzioni alla cappella di Camp David quando tutta la famiglia è lì, e il presidente legge tutti i giorni la Bibbia.

Tuttavia, anche Ronald Reagan era indifferente alla frequentazione delle chiese e George W. Bush non ha mai scelto una congregazione precisa durante la sua presidenza, preferendo partecipare alle funzioni a Camp David o unirsi a piccoli gruppi di preghiera e per lo studio della Bibbia. Eppure, nessuno ha mai messo in discussione la loro fede. Perché?

La scorsa Pasqua, Obama ha dato due testimonianze a incontri con ecclesiastici cristiani, presentando le sue opinioni sul significato della crocifissione e della resurrezione. Ciò nonostante, subito dopo il numero degli americani convinti che Obama sia un musulmano è cominciato a salire! Cosa sta succedendo?

Conosco dei cattolici che non saranno soddisfatti fino a che Obama non sottoscriverà il “Giuramento Antimodernista” di Papa San Pio X del 1910, “che dovrà essere prestato da tutto il clero, pastori, confessori, predicatori, superiori religiosi e professori nei seminari teologici” e che inizia così: ”Io  fermamente accetto e credo in tutte e in ciascuna delle verità definite, affermate e dichiarate dal magistero infallibile della Chiesa, soprattutto quei principi dottrinali che contraddicono direttamente gli errori del tempo presente.”
Forse, i presidenti degli Stati Uniti dovrebbero essere aggiunti alla lista, solo che non c’è stato nessun presidente che sarebbe stato in grado di firmare il documento, compreso John F. Kennedy.  Ma forse, anche questa materia è solo una questione politica.

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