L’Europa anti-ideologica

L’annichilimento della propria visione del mondo non favorisce una convivenza pacifica, ma produce mostri, come Breivik. Il commento di MARIO MAURO

La coesione sociale si costruisce sul confronto pacifico ma esplicito tra visioni del mondo diverse, e non sul loro annichilimento. E’ doveroso precisare come non siano né il multiculturalismo né il razzismo a produrre mostri come Andrew Breivik, ma bensì l’ideologia, quel fattore che piega la ricerca della verità e del bene comune a un interesse personale. Lo possiamo comprendere bene leggendo alcuni passaggi del suo delirante manifesto di 1500 pagine, intitolato “2083 dichiarazione di indipendenza europea”. «Stiamo individuando ogni singolo traditore multiculturalista dell’Europa occidentale», «Voi – prosegue il manifesto – sarete puniti per i vostri atti di tradimento contro l’Europa e gli europei». Noi «libere persone indigene d’Europa, dichiariamo guerra preventiva contro tutte le elite marxiste e multiculturaliste dell’Europa occidentale. Sappiamo chi siete, dove vivete e stiamo arrivando per voi». Un furore ideologico nazista e populista che nella storia ha sempre avuto come obiettivo il raggiungimento del potere con ogni mezzo e quindi anche l’annientamento della libertà del popolo e della sua volontà. Questa libertà in una democrazia non può essere in alcun modo messa in discussione. Ognuno di noi porta dentro di sé una contraddizione che gli fa comprendere di non essere perfetto. Il mondo occidentale, che non può evitare di confrontarsi con l’enigma del multiculturalismo, ha bisogno di pensieri forti per poterne reggere tutte le inevitabili contraddizioni. L’Europa nata dall’amicizia cristiana di tre uomini politici è una costruzione anti-ideologica. Proprio perchè non suppone l’idea di un uomo perfetto. Andrew Breivik è un cultore dell’uomo perfetto, una costruzione «realizzabile» solo in una società pura e incontaminata. Questa volontà di distruzione dell’altro è dovuta al fatto che l’altro non è visto come persona ma come il simbolo di un’ideologia uguale e contraria. Solo giudicando in questi termini il massacro avvenuto arriviamo a capirne l’orrore.

Non può esistere nessun tipo di giustificazione per quello che è accaduto e pretendere attraverso dei sociologismi di dare un fondamento razionale a ciò che è violenza senza precedenti vuol dire esattamente rinunciare all’uso della ragione e sottomettersi all’abuso dell’ideologia.
“Mandiamo al mondo un messaggio: non permetteremo alla paura di piegarci, e non permetteremo alla paura della paura di farci tacere». Queste parole del Premier norvegese Stoltenberg vogliono far capire al popolo che la cosa veramente importante è che non accada che questa violenza cambi il loro cuore, cioè la loro capacità di paragonare tutto quello che accade, anche se terribile, con il livello più profondo del loro desiderio di bene.
Nella lettera di solidarietà da me inviata ai socialisti norvegesi ho voluto manifestare una vicinanza particolare di fronte ad un orrore che ha preso la forma dell’odio politico e che ha tolto la vita a ragazzi innocenti con il solo torto di pensarla diversamente da chi li ha uccisi. Questo fatto ci deve far comprendere che il male è sempre in agguato: per questo è fondamentale continuare a costruire l’Europa, l’unico strumento anti ideologico che ha impedito che il conflitto tra i popoli e le nazioni si riaccendesse. La nostra purezza non è nè nella razza, nè nell’ideologia. E’ purezza essere consapevoli che siamo chiamati nella storia alla difficile convivenza con i nostri fratelli uomini nell’intento di realizzare il bene per tutti.

 

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