Papa Oscar

Guardando nei notiziari TV le storie, vere o false, degli scandali in Vaticano, abbiamo potuto vedere la figura sofferente di Papa Benedetto XVI. Il commento di LORENZO ALBACETE

Le notizie della settimana possono essere riassunte nel nome di un personaggio di fantasia, cui vorrei dare il nome di Papa Oscar. Non vi è nessun riferimento, ovviamente, al Cardinale Oscar Andres Rodriguez Maradiaga dell’Honduras, il mio Papa Oscar è un personaggio del tutto fittizio. 

Il nome viene innanzitutto da Hollywood, dal mondo del premio Oscar, che ha tenuto banco durante tutta la scorsa settimana, per gli Stati Uniti la settimana delle celebrità, che hanno fatto di tutto per essere notate. 


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A questo proposito, ho personalmente un problema, dato dal fatto che per me si tratta, al 99 per cento, di sconosciuti e che comunque mi paiono tutti più o meno uguali. Per quanto riguarda poi i film, un mio amico dell’Academy of Motion Pictures Arts and Sciences mi ha anticipato le copie dei dieci film in gara per i premi. Sono riuscito a vederne solo alcuni e, oltretutto, spesso lo svolgersi dell’azione era così rapida da impedirmi di seguirla nel dovuto modo.


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Ho notato, tuttavia, qualcosa che mi sembra molto interessante e cioè che, malgrado l’enfasi sulla celebrità, il denaro e la moda, i film sollevano seriamente difficili questioni morali che rimangono irrisolte, come quelle sull’omosessualità, l’eutanasia, la tortura, la rivoluzione, la povertà e così via.

Altro punto ancor più interessante, nel suo discorso di accettazione del premio per la miglior regia, il regista di Life of Pi, Ang Lee, ha detto che il suo film offriva, come soluzione, un mondo oltre la politica, senza guerre, senza o al di là della religione. Il pubblico ha applaudito entusiasta.


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Ci si può, quindi, immaginare che questa sia la spiritualità preferita dalle celebrità, una spiritualità che sembrerebbe non dare alcuna importanza ai nostri corpi… fino a che non appare il primo piccolo tumore. 

Comunque, questo spirito umano senza interferenze corporali è il risultato di quella separazione di Dio da Cristo che don Giussani identifica come il passo più importante di quella via al secolarismo che ci spinge ad essere contenti dell’impossibilità perfino di porre certe domande. Gli altri passi su questa strada sono: Cristo senza Chiesa e Chiesa senza uomo, da cui l’odierna spiritualità senza Cristo, uomo senza Dio, mondo senza persone. 


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E qui arriva il Papa.

Guardando nei notiziari tv le storie, vere o false, degli scandali in Vaticano, abbiamo potuto vedere la figura sofferente di Papa Benedetto XVI, abbiamo potuto vedere come il corpo umano non può essere separato dallo spirito. Noi abbiamo bisogno di un Papa che si possa toccare, vedere, ascoltare.

La Incarnazione è al centro della nostra fede e deve avvenire dentro il corpo umano, così che non diventi, un giorno, solo il corpo in decomposizione di una celebrità. Viva il Papa!

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