L’inizio che conta

Nella Porto Rico di LORENZO ALBACETE il vecchio e il nuovo anno venivano celebrato con la meditazione di fronte al Signore della Storia, il Cristo vero inizio e fine del tempo

A quanto pare, le divisioni partigiane negli Stati Uniti non riguardano soltanto le ideologie politiche, ma coinvolgono anche la scienza.

Alan Boyle, il redattore scientifico dei notiziari della NBC, riferisce che il Pew Research Center di Washington ha appena pubblicato un rapporto dal quale risulta che l’accettazione o il rifiuto della teoria della evoluzione non sono cambiati, tra gli americani, nei quattro anni da quando è iniziata l’indagine.

Circa il 60% degli intervistati si è dichiarato d’accordo con l’affermazione che “gli umani e gli altri esseri viventi si sono evoluti lungo il corso del tempo”, mentre il 33% si è dichiarato non d’accordo. Tuttavia, analizzando le risposte secondo alcune tipologie di intervistati, si possono notare alcune interessanti differenziazioni.

Per esempio, tra Repubblicani e Democratici, dove il 43% dei primi accetta l’evoluzione, contro il 67% dei Democratici; inoltre, la differenza sembra essere aumentata rispetto al passato: nella inchiesta di quest’anno è del 24%, ma nel 2009 era solo del 10% e del 13% nel 2005.

Vi sono altre differenze interessanti: il 64% dei protestanti evangelici pensa che gli esseri umani sono esistiti sempre nella forma attuale, mentre solo il 15% degli aderenti alle confessioni protestanti tradizionali condivide questa posizione.

E’ infine da notare che distacco nelle risposte aumenta solo per quanto riguarda l’appartenenza ai partiti, mentre risulta in diminuzione per gli altri parametri demografici.

L’accettazione della teoria dell’evoluzione è minore tra gli americani rispetto agli altri Paesi. La rivista Science ha condotto nel 2005 una indagine da cui è risultato che, per quanto riguarda l’accettazione tra il pubblico dell’evoluzione, su 34 Paesi gli Stati Uniti si classificavano al penultimo posto, essendo l’ultima la Turchia.

Molti commentatori fanno probabilmente derivare questi risultati dalle radici protestanti della cultura americana e, probabilmente, hanno ragione. La cultura americana ha dei problemi nel configurare un rapporto tra fede e ragione che possa consentire un’armonia tra i risultati scientifici e la conoscenza che proviene dalla fede.

Ne risulta un conflitto che non è solo tra scienza e fondamentalismo religioso, ma che è anche tra fede e fondamentalismo scientifico o scientismo. Naturalmente, questo conflitto non si limita alla questione dell’evoluzione umana e animale, in quanto riflette una particolare concezione della direzione della storia e del significato del passare del tempo.

Nella cultura cattolica della Porto Rico in cui sono nato e cresciuto, l’inizio del nuovo anno era salutato sia con la preghiera che con i festeggiamenti. Alcune parrocchie, tra cui la mia, offrivano un’ora di meditazione guidata davanti al Sacramento, come Signore della Storia, il Quale era al suo inizio e sarà alla sua fine.

L’evoluzione tra l’inizio e la fine non era guidato dalla biologia, o dalla politica, o dalla economia; era guidato dalla Provvidenza nel Corpo risorto di Cristo. Questa è l’evoluzione che conta, il resto può essere lasciato alla scienza, perché cerchi di spiegarlo, e ai fondamentalisti per opporsi.

In questi giorni mi sono limitato a guardare in televisione i festeggiamenti per il nuovo anno e a mezzanotte ho pregato il Signore della Storia di mantenermi in comunione con la Chiesa nella costruzione del Corpo di Cristo. E poi mi sono offerto una buona cena portoricana.

Felice Anno Nuovo!!!

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