Bankitalia, l’inutile prova di forza

Il governo decide sulla conferma di Ignazio Visco al vertice di Bankitalia dopo un forte richiamo di Mattarella a guardare "l'interesse del Paese". GIANNI CREDIT

Gia’ all’inizio di settembre, ilsussidiario.net concordava con il premier Paolo Gentiloni quando confermava la sua fiducia nel governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, toccato da un avviso di garanzia apparso subito discutibile. Le convinzioni e argomentazioni del premier – e quindi del sussidiario – non sono cambiate da allora e sono state legittimate, negli ultimi giorni, dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “L’autonomia di Bankitalia non può essere oggetto di scontro politico”, ha sottolineato una nota di Palazzo Chigi, mentre infuriavano le polemiche sulla mozione parlamentari di Pd e M5s che hanno chiesto discontinuità in Via Nazionale. “Si guardi all’interesse del Paese”, ha sollecitato il Quirinale.

Dopodomani, salvo ulteriori colpi di scena, il Consiglio dei ministri si riunirà per decidere se proporre al Capo dello Stato la riconferma di Visco oppure indicare un nome nuovo. Come prevede la legge, sia la proposta da parte di Gentiloni sia la firma del decreto da parte di Mattarella sono poteri-doveri che tocca ad essi soltanto esercitare. E non vi sono dubbi sul fatto che terranno fede all’impegno espresso: tutelare l’indipendenza della banca centrale nell’interesse del sistema-Italia. Faranno “la scelta giusta”: certamente dopo aver ascoltato anche Visco.

Il governatore, giunto al termine di sei anni di mandato, ha diritto di essere consultato in questa veste e con gli interlocutori corretti sul passaggio che interessa lui non meno che la Banca d’Italia, non meno che il sistema creditizio nazionale che ha a Palazzo Koch il suo riferimento di vigilanza. Ha il diritto che il suo destino – personale e istituzionale – non sia oggetto di macelleria politica o mediatica. E non ha l’obbligo, Visco, di essere esaminato come imputato unico, “a prescindere”, davanti a una commissione parlamentare d’inchiesta nata in modi controversi e con tempistiche poco credibili.

La crisi bancaria che ha colpito pesantemente l’Italia non è nata in Italia e non è stata solo italiana. Ha messo a dura prova anche la vigilanza nazionale, ma in una fase delicatissima di ricostruzione della supervisione finanziaria nell’eurozona, attorno alla Bce.

I problemi che hanno afflitto le banche italiane e che continuano a frenare la ripresa sul versante creditizio non si risolvono cambiando un uomo che da tempo non è più solo alla guida di Bankitalia, anzi del Sistema Europeo delle Banche Centrali. Una crisi strutturale in economia non si supera mai cercando un capro espiatorio, tanto più se la finalità strumentale è misurare rapporti politici di forza all’inizio di una campagna elettorale già caotica.

Comunque vada, Visco è atteso martedì 31 a un appuntamento che nessun governatore della Banca d’Italia ha mai mancato: la Giornata del Risparmio. E possiamo star certi che anche se non sarà stato riconfermato – o avrà deciso in autonomia di rinunciare alla riconferma – svolgerà la sua relazione elencando con la consueta autorevolezza tutte le difficoltà e sfide che interesseranno il risparmio delle famiglie e il credito alle imprese, chi gestisce le banche e chi le vigila.

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