Addio libertà, il successo della Cina

In Cina il potere è in grado di non desiderare la libertà e con la "repressione preventiva" si tende all'omologazione dei cittadini

I cinesi sono contenti. Il modello di governo del Presidente Xi Jinping rafforza il controllo cibernetico sulla popolazione e in nome della sicurezza nazionale ogni aspetto della vita rimane determinato dal Partito comunista. Tuttavia, la soddisfazione popolare aumenta. Negli ultimi anni, il Paese, per quanto riguarda i diritti umani, ha vissuto la peggiore situazione degli ultimi due decenni. Nella provincia dello Xinjiang, Xi Jinping mediante una “repressione preventiva” sottopone centinaia di musulmani a processi di rieducazione. È impossibile non ricordarsi dei terribili anni di Mao, quando ai perseguitati veniva imposto di autoaccusarsi di presunti delitti e di redigere un atto di accusa. È il più grande successo per ogni potere: ottenere che la libertà non sia desiderabile e che i cittadini siano disposti a imputarsi colpe che esigono un energico intervento.

A metà novembre, il Partito comunista cinese ha approvato una storica risoluzione, che ha fatto di Xi Jinping il leader assoluto. E il leader assoluto ha un piano, ben spiegato nel rapporto The CCP’s next century: expanding economic control, digital governance and national security del Merics (un istituto di ricerca europeo specializzato sulla Cina). Xi è convinto che il partito-Stato che ha costruito sia efficace nell’affrontare problemi economici come quelli conseguenti alla crisi del 2008 e al Covid. La formula consiste nell’aumentare il controllo sia delle imprese pubbliche che di quelle private. Il Partito sta rafforzando il suo intervento nel settore pubblico non per migliorare i risultati economici, ma per sviluppare settori strategici come quello tecnologico. Nelle società private i rappresentanti politici avranno sempre più potere. Fuori dai propri confini, il regime reagirà sempre più pesantemente a qualsiasi critica gli verrà mossa e a ogni azione che considererà contraria ai propri interessi. La competizione con i sistemi democratici diventerà sempre più forte. Il Paese non è solo la grande fabbrica del mondo, è il grande mercato di 1,4 miliardi di consumatori al quale nessuna impresa vuole rinunciare. Infatti, American Airlines, Delta o Marriott si sono scusati per aver incluso Taiwan come Paese indipendente nei loro materiali di promozione.

Bisognerà vedere se il piano funzionerà. L’economia cinese ha di fronte grandi sfide, il suo modello è fondato sull’investimento di ingenti quantità di denaro con bassi livelli di produttività. Questa formula sicuramente non può essere mantenuta per troppo tempo. È molto probabile che in futuro le diseguaglianze regionali e sociali siano più pronunciate e che aumenti l’insicurezza. Per evitare che cresca la polarizzazione, la stanchezza dei cittadini e la disaffezione a causa di problemi economici e ambientali che possono sorgere, Xi certamente aumenterà la medicina con la quale ha risolto finora buona parte dei problemi: il nazionalismo. Finora questo nazionalismo ha funzionato.  

Non ci sono molti sondaggi affidabili, ma lo studio Understanding CCP Resilience: Surveying Chinese Public Opinion Through Time, realizzato a Harvard, mostra come la soddisfazione dei cinesi per il loro Governo sia andata aumentando dal 2003 almeno fino a prima del Covid. Il Governo ha incrementato la sua popolarità, la popolazione à soddisfatta della lotta di Xi contro la corruzione. Gli abitanti delle regioni non costiere, che sono i più poveri e i meno avvantaggiati dai miglioramenti nei servizi pubblici, sono soddisfatti quanto chi gode di maggior benessere.  

E dove potrebbe non esserci soddisfazione, come nella provincia dello Xinjiang dove vivono gli uiguri e altre minoranze musulmane, si pratica la “repressione preventiva”, teoricamente per lottare contro il terrorismo. La “repressione preventiva” comporta, dal 2017,  l’aumento delle detenzioni di gruppo, l’intensificazione della rieducazione ideologica e la pressione sulla diaspora musulmana. La formula si è estesa ad altre aree. Le cifre sui carcerati sono materia di discussione, ma in ogni caso sono molto alte ed è possibile che si sia già arrivati a 3 milioni di persone. Il Governo presuppone la colpevolezza per quello che sei, per il luogo in cui vivi e per il gruppo cui appartieni. La rieducazione comunista obbliga a lasciare l’idioma locale per il mandarino e ad abbandonare le proprie tradizioni culturali e religiose. Il potere uccide il desiderio di libertà e riesce a far interiorizzare il senso di colpa per non essersi omologato.

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