Se la crisi colpisce anche chi aiuta i bisognosi

La povertà aumenta in Italia e la crisi sta mettendo in difficoltà anche enti come il Banco Alimentare, che riescono a raccogliere meno cibo

Potrebbero aumentare notevolmente i numeri delle persone in difficoltà nel nostro Paese entro la fine dell’anno. I dati ufficiali diffusi dall’Istat certificano che in Italia sono ancora 5,6 milioni gli individui in povertà assoluta, cioè quasi un italiano su 10 non ha la possibilità di acquistare beni e servizi necessari per uno standard di vita minimo accettabile. Istat calcola che le famiglie in condizione di “povertà assoluta” sono oltre 1,9 milioni, con 1,4 milioni di bambini e ragazzi sotto i 18 anni che rappresentano il 14,2% del totale dei minori in Italia.

La povertà resta quindi ai massimi storici, dato di per sé già drammatico, ma si tratta però di dati riferiti al 2021 e la situazione si presenta ben diversa nel 2022 secondo quanto registriamo come Banco Alimentare, attraverso le 21 organizzazioni della rete che su tutto il territorio nazionale supportano oltre 7.600 realtà caritative, il 50% di quelle che forniscono un aiuto alimentare. Una congiuntura allarmante: l’aumento dell’inflazione e dei prezzi delle materie prime, uniti a una minore crescita economica, fanno infatti prevedere che entro quest’anno potrebbero essere 500mila in più le persone in povertà.

Attraverso la nostra rete abbiamo già registrato un incremento di richieste di aiuto e il numero è destinato inevitabilmente a crescere nei prossimi mesi. La pandemia e la guerra stanno infliggendo un duro colpo alla nostra economia e le ripercussioni negative aggraveranno la situazione delle categorie più fragili: famiglie monoreddito e con lavori precari, piccoli commercianti o artigiani già provati dalla pandemia, chi lavora nel sommerso e non gode di sussidi, chi già a stento arrivava a fine mese.

Chi attualmente è in povertà relativa rischia di scivolare nel baratro della povertà assoluta, in breve tempo.

La nostra preoccupazione però non finisce qui perché registriamo un calo della donazione di eccedenze da parte di alcuni segmenti della filiera agroalimentare con picchi del 35% nel settore ortofrutticolo e un calo delle donazioni economiche a sostegno dell’attività del 36%. Una congiuntura, che se unita all’aumento dei costi per l’attività di recupero e redistribuzione del cibo, potrebbero ridurre la nostra capacità di far fronte a tutte le richieste di aiuto.

Nelle scorse settimane c’è stato un blocco temporaneo della fornitura di pasta da parte dell’Agea, l’ente gestore degli aiuti del Fondo Nazionale e dei Fondi EuropeiAlcuni bandi si sono dovuti ripetere a causa dell’aumento dei prezzi. Questo è uno dei canali attraverso il quale raccogliamo gli alimenti che distribuiamo alle strutture caritative che aiutano le persone in difficoltà. Temiamo che la crescita dei costi delle materie prime e dell’inflazione possano provocare nei prossimi mesi una contrazione del canale Agea del 20-25% per alcuni prodotti. Parliamo di beni essenziali di prima necessità; questa contrazione unita alle minori donazioni di eccedenze da parte delle aziende, significherebbe una diminuzione della capacità di supportare le strutture caritative e di conseguenza le persone in difficoltà. 

Stiamo subendo peraltro un aumento significativo dei costi di logistica, trasporti ed energia elettrica che hanno portato a un aumento del 43% dei costi di recupero e distribuzione di un pasto equivalente – pari a un mix di 500 gr di alimenti in base ai LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana).

I segnali non sono incoraggianti: stiamo facendo di tutto per continuare ad alimentare la catena di solidarietà e sostenere l’operato delle 7.600 strutture che sul territorio aiutano oggi 1.700.000 persone. Facciamo nostro e rilanciamo l’invito di papa Francesco a “rimboccarsi le maniche” con ancora più dedizione, sperando che in un momento di difficoltà chi può non faccia mancare il suo aiuto a chi ha meno ed è in difficoltà.

Per sostenere i nostri sforzi si può aderire alla campagna Donare di gusto #WeCareTogethersul sito www.bancoalimentare.it dove si possono trovare tutte le iniziative e le modalità di donazione, possibile anche sulla piattaforma di crowdfunding forfunding.intesasanpaolo.com

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