C'è molta sfiducia nella capacità dei giovani, e anche degli adulti, di poter imparare a giudicare. Occorre fare esperienza

Le nuove generazioni sono meno intelligenti, hanno meno capacità di comprensione, minore capacità di attenzione, sono più inconsistenti? In breve, le nuove generazioni sono stupide? No. Alfredo Torres Blandina, scrittore, autore di opere teatrali e professore, risponde che le nuove generazioni non sono né peggiori né migliori, ma diverse. La loro conoscenza è superficiale, ma la loro mente è in continuo movimento e stabiliscono connessioni. Il problema riguarda i sistemi educativi.



Il suo ultimo libro si intitola “L’arte di educare gli stupidi”. La sua tesi è che il sistema educativo è basato su una profonda sfiducia nelle capacità degli studenti. Sono sistematicamente considerati immaturi dal punto di vista emotivo e cognitivo.

L’eccessiva “protezione dei genitori, unita a scuole eccessivamente regolamentate e ad alcuni insegnanti che evitano le discussioni e le critiche, fa sì che i giovani impieghino più tempo a maturare e acquisiscano poca fiducia in se stessi e nelle proprie capacità”. Si generano persone dipendenti. Il problema inizia a casa, “i genitori ritengono che i loro figli non siano maturi.” E “si lamentano dei contenuti che contrastano con le loro idee – siano esse politiche, religiose, etiche… -. Così facendo, non solo incoraggiano un pensiero unico, ma impediscono ai loro figli di essere critici, di scegliere e creare la propria personalità a partire da ciò che conservano e ciò che scartano”.



Gli insegnanti cadono nella stessa trappola e, alla fine, “gli studenti si abituano così tanto a essere controllati e supervisionati dagli adulti” che sono incapaci di formulare i propri giudizi. “Si è creata la falsa idea che gli adolescenti siano incapaci e che, pertanto, la responsabilità delle loro azioni ricada sulle persone che vigilano su di loro”.

Per questo “non lasciamo che i bambini affrontino il mondo. Perché noi siamo lì per dire loro come fare le cose e per proteggerli”. Ecco perché “imparano a obbedire, a seguire regole e linee guida (…), non abbiamo dato loro le redini o la capacità di prendere decisioni, ma solo ordini. E chi riceve tanti ordini finisce per pensare di non contare nulla e si lascia trasportare dalla corrente”.



Il mondo dell’istruzione, il mondo dei bambini, è lo specchio del mondo degli adulti. “L’iperprotezione verso bambini e adolescenti non è altro che il riflesso dell’iperprotezione socioculturale che ci circonda.” La sinistra e la destra censurano. E “la censura è un atto arrogante che presume che siamo degli sciocchi senza cervello o giudizio”. C’è stato un cambiamento di metodo: “Siamo passati dal raccogliere prove per trovare la verità allo scegliere una verità e cercare quelle prove, per quanto banali e ridicole, che ci aiutano a difenderla”.

Per Torres Blandina l’obiettivo è chiaro: “L’importante è che gli studenti diventino persone responsabili (…), soprattutto capaci di imparare e prendersi cura di sé stessi”.

Fiducia nel giudizio del giovane e dell’adulto, fiducia nella loro maturità. Apertura al mondo, alla realtà, con le sue sfide. Questo è ciò che reclama questo professore. È una buona formula non solo per aiutare i giovani, ma anche per evitare che gli adulti si rifugino in forme sociali che li infantilizzano, dando per scontato che non siano abbastanza maturi per formarsi una propria opinione.

L’errore è pensare che si possa uscire da questa bolla di sfiducia “dicendo la verità”, “spiegando la verità”, “affermando la verità”. È la formula perfetta per perpetuare la stupidità. Se gli educatori e le realtà sociali non fanno appello alla capacità critica dei giovani e degli adulti, se non li invitano ad avere fiducia nella propria esperienza e a stabilire connessioni tra le esperienze, saremo tutti condannati alla stupidità.

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