A Novara l'esempio di come amministratori locali, realtà del Terzo settore e imprese possano collaborare per il bene comune
Mentre Roma riflette, la sussidiarietà nei territori cresce. Sindaci, amministratori locali, funzionari, realtà del Terzo settore, imprese cominciano a collaborare per il bene comune nello spirito della nuova formulazione del concetto di sussidiarietà suggerito dalle ultime sentenze della Corte Costituzionale. Novara ne è un esempio.
Una vera e propria comunità capeggiata dal Sindaco Alessandro Canelli ha preso parte il 10 aprile alla presentazione dell’ultimo Rapporto della Fondazione per la Sussidiarietà sul Welfare territoriale.
Novara costituisce uno dei comuni più virtuosi del Piemonte, con una spesa pro capite per il welfare pari a 198 euro, ma, partecipando all’evento, si capisce subito che il segreto di questo risultato non risiede solo nelle risorse economiche disponibili, che come, dice il Rapporto e ci conferma il Sindaco Canelli, in alcuni casi non mancano anche se risultano spesso frammentate e carenti di una regia centrale, ma in un territorio vivo, coeso, che parla con i diversi attori e cerca di coprogettare iniziative e servizi per il benessere della propria comunità.
In questo villaggio del 10 aprile fa da regista il CST – Centro servizi per il territorio Novara VCO. Il suo Presidente Carlo Teruzzi ha sottolineato come il welfare territoriale non sia più da considerare un ripiego in una logica di carenza di risorse, ma che come evidenzia il Rapporto, si assiste a un vero e proprio capovolgimento della logica liberista a favore di una logica in cui la tensione al bene comune finisce per promuovere l’interesse dei singoli.
Il Sindaco Canelli ha raccontato delle esperienze di partenariato pubblico-privato che hanno portato alla coprogettazione per la gestione della cupola di San Gaudenzio da parte dell’associazione Kalatà, scelta che ha contribuito a un incremento delle visite turistiche e a un miglioramento della cura del bene pubblico, o alle altre esperienze esemplari di Spazio Nova e della Fondazione Nuovo teatro Faraggiana.
ASL Novara, Comune di Novara, CST Novara e VCO e Università del Piemonte Orientale, oltre a quasi una quarantina di altri enti del Terzo settore, hanno dato vita allo Spazio fragilità, un luogo fisico di accoglienza per orientarsi nell’intricato mondo dei servizi socio-sanitari per anziani e disabili e che è diventato anche un luogo di ascolto proattivo per la ricerca di soluzioni personalizzate.
Come raccontato dal Vicepresidente del CST Daniele Giaime, si è recentemente costituita tra questi soggetti una Comunità di pratica che, attraverso la condivisione delle esperienze, permette di sperimentare nuovi modelli di intervento.
Particolarmente esplicative della vivacità del contesto novarese, sono state le testimonianze del mondo del non profit e delle aziende.
ANGSA Novara Vercelli, associazione di volontariato, con la sua presidente Priscila Beyersdorf ha raccontato in particolare come la collaborazione con le aziende del territorio, oltre a permettere un sostegno economico dell’associazione che si occupa di soggetti autistici (in particolare bambini e ragazzi) attraverso contributi, ma anche servizi, competenze, messa a disposizione di mezzi, di relazioni, abbia anche favorito la crescita del management dell’associazione. Un esempio di questa collaborazione è la Casa per l’Autismo Ambaradaut per l’accoglienza dei soggetti autistici e aperto al vicinato con i progetti degli orti e della lavanderia sociale.
Una collaborazione con le aziende del territorio è quella degli inserimenti lavorativi perché, per mettere in moto la persona, e tanto più disabile, occorre soprattutto creare le condizioni e dare le opportunità affinché possa inserirsi nel tessuto economico e sociale.
Nata dalla “costola” di ANGSA NO VC, l’associazione per l’autismo Enrico Micheli, con i suoi 60 dipendenti, attraverso la sua Presidente Francesca De Bernardi, ha raccontato come l’ente fornisca quei servizi specialistici ai soggetti autistici che il pubblico da solo non potrebbe garantire.
Comoli Ferrari, Autovictor Srl hanno raccontato il loro rapporto quotidiano con ANGSA Novara – Vercelli e associazione per l’Autismo Enrico Micheli, ma anche il loro rapporto con il territorio: Comune, altre imprese e altre associazioni.
Che cosa le spinge? Costanza Palermo di Autovictor ha spiegato come collaborare per il sociale costituisca non una concessione, bensì un vantaggio e un’opportunità per la stessa azienda. Per Anastasia Ferrari, l’investimento sul sociale di un’azienda deve diventare continuativo, è giunto il momento di parlare soprattutto di sostenibilità sociale (mentre si è parlato tanto di quella ambientale), non occuparsi di welfare della propria azienda e della propria comunità significa “non vivere in questo mondo”.
La comunità novarese del 10 aprile ha concluso questo suo convivio con un rinfresco realizzato dai ragazzi autistici, capitanati dallo chef dell’Orto in cucina, gestito dalla cooperativa Gerico. Rinfresco che ha voluto offrire un giovane imprenditore, la ditta Mezzetti, per un desiderio di condivisione e appartenenza a questa comunità del bene comune.
Giorgio Vittadini ha concluso: “Investire sullo stato sociale, sulla sua universalità e inclusività, non è solo un dovere di solidarietà verso i più fragili, ma significa anche costruire società più coese, sistemi più resilienti e una crescita economica più stabile”. Per il Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà “è venuto il momento di rinnovare il patto sociale che ci unisce, con la cultura della sussidiarietà, che è ricerca del bene comune attraverso la messa a sistema del contributo di tutti. Più società e più Stato insieme”.
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