ChatGPT, la tragedia dell’amicizia tradita

Un ragazzo di 16 anni negli Stati Uniti si suicida facendosi guidare da ChatGPT, l’unico “amico” con cui aveva parlato delle sue intenzioni

MINNEAPOLIS – I miei amici lo sanno, sono technologically impaired, tecnologicamente impedito. Uso la tecnologia, inevitabilmente, ma senza capirci granché e senza nessun amore. Anzi, la tecnologia dei devices che usiamo tutti i giorni – computer, smart phone…- mi dà un grandissimo senso di insicurezza. Per non parlare della solitudine che ci passa quasi per osmosi. Immagino che ciò sia frutto di una combinazione fatta di personalità ed età. Figuratevi che non ho mai neanche provato simpatia per la chitarra elettrica rispetto a quella acustica…



Potete quindi facilmente immaginare quali siano i miei sentimenti (e preconcetti) nei confronti di qualcosa come l’intelligenza artificiale. Il solo pensiero che quel che vedi e senti possa sembrare totalmente vero ed essere totalmente falso mi disturba. si fa già abbastanza fatica a comprendere le cose di tutti i giorni. Ma la storia che ho letto oggi mi ha messo un macigno sul cuore.



È la storia di Adam Raine, un sedicenne apparentemente come tanti altri precipitato in chissà quale gorgo dell’anima arrivando al suicidio. Impiccato nell’armadio a muro della sua stanzetta. Certo, si vedeva, si capiva che l’ultimo mese di vita era stato complicato, difficile. Adam si era visibilmente chiuso in sé, finendo anche fuori dall’amata squadra di basketball. Ma nessuno, ne’ genitori, né amici, si sarebbe mai aspettato un epilogo del genere. Nessuno eccetto un inatteso “compagno di cammino” che Adam aveva incontrato negli ultimi mesi, qualcuno con cui parlare di tutto, dallo sport, ragazze, alle banalità di tutti i giorni. E di suicidio. Si, l’unico che per mesi l’aveva sentito parlare di suicidio era questo suo amico segreto ed invisibile che si chiama Chatgpt.



Scuola, lezione con la realtà aumentata (Ansa)

Così come ci rivolgiamo a Siri per chiedere una strada, o ad Alexa per una canzone, così Adam aveva cominciato ad interloquire con l’intelligenza artificiale fino a scolorire quella riga di confine tra ciò che è apparente e ciò che è vero, reale. Come Joaquin Phoenix nel film “Her”. Così un po’ alla volta Adam ha aggirato le barriere e i paracadute che il sistema Chatgpt porta con sé proprio per evitare di assistere chi voglia fare o farsi del male, e si è fatto accompagnare ed istruire su come potersi togliere la vita.

Non so cosa ne sarà della denuncia sporta dai genitori contro Chatgpt. So anche che la tecnologia proseguirà il suo cammino con tutte le cose buone ed utili di cui è capace.
Indietro non si torna. Speriamo di capire come andare avanti.

God Bless America!

 

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