Per Dio l'amore sarà quando si salva qualcuno e non gli importa a quale prezzo. Barabba fu il primo dei salvati
Solo fino a dove si tocca: questo, nella maggioranza dei casi, il limite che si pone chi sarà disposto a venire a salvarci. Sono tutti lì a ripetere come fosse un mantra che, in caso di emergenza, basterà fare un fischio e correranno prontissimi in nostro aiuto: “Solo fino dove si tocca!”, dovrebbero specificare per non farci sotterrare prima dalle illusioni e poi dalle delusioni. Gliel’avranno detto, gli amici, a quello scapestrato di Barabba: “Nel caso ti condannino, mandaci a chiamare e noi ti verremo a salvare. O ti manderemo un avvocato”.
Quel giorno, invece, a salvare Barabba fu un Uomo mandato a morire al posto suo: “Aveva potuto scamparla dal carcere; era stato rimesso in libertà: dannata fortuna era stata per lui che quell’altro fosse stato crocifisso in vece sua” (P. Lagerkvist).
Quella notte, nel mezzo di un processo farsa, fu la notte in cui Cristo tenne fede alla promessa fatta anzitempo: “Dio, infatti, ha mandato il suo Figlio nel mondo non per condannare il mondo, ma perché il mondo il sia salvato per mezzo di lui“. Il primo a salvarsi, grazie a quest’amore – che arriva a spingersi fino a dove non si tocca – fu proprio un brigante: che amore sarebbe se non fosse assurdo, folle e indecifrabile?
Il mondo è un boia con le vesti del samaritano: il suo sogno restano i complimenti del condannato per la modalità dell’esecuzione. Più sarà spettacolare, più epico sarà l’applauso. Per Dio, invece, l’amore sarà quando si salva qualcuno e non gli importa a quale prezzo. Barabba fu il primo dei salvati.
Di notte, quella notte, lo confidò a Nicodemo, il genio andato da Lui al buio per chiedere lumi su quell’apparente sbadataggine in amore: “(Sai, Nicodemo), Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito perché chi crede in lui non vada perduto” (cfr Gv 3,13-17).
Poco importa se, al mondo, c’è gente disposta a perdere le persone pur di non perdere l’orgoglio: per il mio Gesù, ciò che conta, alla fine, non è più il peccato. Per lui conto io, al punto ch’è disposto a morire in croce pur di vedere salvo me, novello Barabba di un Vangelo ancora in fase di scrittura. Il solo pensiero di essere amato per come sono – squinternato, irascibile e folle – sarebbe materia sufficiente per non dormire la notte, per tutta la vita.
Io valgo la Croce di Dio, Dio è morto in croce per me: ha pagato con la moneta del sangue il riscatto per vedermi libero dal sequestro del peccato, del burino di Satana. Se non ci credessi, tutte le volte che non ci credo, non sono più un cristiano ma un insigne cantastorie: “Se pensate che Gesù Cristo sia Dio e che sia morto sulla croce per la salvezza degli uomini, secondo me siete cristiani. Il resto è tutto un po’ secondario. Ma se non lo pensate, allora non siete cristiani” (A. Malraux).
Il cristianesimo, fatti tutti i conti, è tutto qui: Dio ha tanto amato il mondo da venirci a salvare fin dove non si tocca. Laddove il mondo non oserebbe più spingersi.
A Barabba, per quel gesto di salvezza gratuita e inaspettata, rimasero dei segni di colpa, dei dubbi: “Perché proprio me? Mica lo meritavo!” Il mondo gli va dietro: “Lo diciamo anche noi: dovevi morire, altroché essere liberato”. Ci vorrà sempre meno sforzo intellettuale a condannare che a salvare, amare: l’urgenza di salvare l’umanità rimarrà il dito dietro il quale si nasconde il bisogno di tenere sottomessi i cuori. Resterà sempre difficile capire come ragiona Dio, l’amante al quale interessa sapere che il cuore dell’amato versa in una situazione di felicità.
Il fatto di valere, agli occhi di Dio, più di quanto io valga ai miei occhi – valgo al punto tale ch’è disposto a morire lui pur di vedere salvo me – è un qualcosa che non mi lascia pace. Sapermi liberato gratis dall’inferno in cui mi stavo dannando è la notizia bomba dell’amore divino.
Che, in caso di rifiuto, renderà triste anche il mio Dio soccorritore: “Ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce” (Gv 3,19). Non basterà amare qualcuno per riuscire a salvarlo, purtroppo: come si potrà, un giorno, salvare qualcuno che non vorrà essere salvato da nessuno?
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