Quella di Alexandra Macesanu, 15enne rumena rapita, stuprata e uccisa sarebbe una storia da brividi anche senza avere la possibilità di ascoltare gli audio delle telefonate in cui, disperata, chiede aiuto per tre volte alla polizia denunciando il suo sequestro senza ottenere il soccorso che l’avrebbe salvata dalle grinfie di Gheorge Dinca, il 65enne che ha poi compiuto il suo massacro. Quegli audio, invece, adesso ci sono e stanno scuotendo fin dalle fondamenta non solo l’intera Romania (al punto che il governo stesso traballa per le forti manifestazioni di piazza) ma tutto il mondo, sconvolto di come le richieste d’aiuto della 15enne non siano state prese sul serio. Il tono, spaventato, è quello di chi invece di essere trasportata a casa, ha accettato il passaggio sbagliato facendo l’autostop. La povera Alexandra si ritrova a casa di un orco, riesce a telefonare alla polizia perché il sequestratore dimentica nella stanza lo smartphone e invoca:”Mi chiamo Alexandra Măceșanu, ho 15 anni sono stata violentata, per favore, venite presto, non so dove sono”. Ma dall’altra parte trova freddezza: “Che vuol dire non sai dove sei? Come pensi che ti troviamo? Pronto?”.
15ENNE RUMENA RAPITA E UCCISA
La 15enne rumena fa tutto ciò che è nelle sue possibilità per scampare alla morte: :”Mi ha portata a Dobro, a Caracal, mi ha portata a Caracal, non so dove sono esattamente. Non riattacchi per favore”. Quel “non riattacchi”, Alexandra lo ripete più volte percependo la differenza dell’operatore. E supplica:”Ho paura mandate qualcuno!”. Ma dall’altra parte trova un muro:”Basta, aspetta un po’”, che non viene abbattuto neanche quando subentra il panico:”È arrivato! È arrivato! È arrivato! Presto per favore!”. Alexandra ad un certo punto intravede la luce in un biglietto da visita trovato nella stanza:”Antonius Caracalla numero 9″, dice al telefono, ma di nuovo dalla polizia domandano:”E’ l’indirizzo?”. Risposta:”Non lo so, ho trovato un biglietto da visita”. Il commento dell’agente è agghiacciante:”Ah, non sai neanche questo, commenta lui. Infine la costringono a interrompere la chiamata: Arriveranno lì in due minuti, ora basta, non posso stare al telefono, abbiamo altre chiamate”. Passeranno purtroppo 19 ore: la polizia si deciderà ad intervenire solo dopo aver ottenuto un mandato di perquisizione che non era necessario per fare irruzione nella casa di Dinca. Dentro troveranno i resti di Alexandra e di un’altra ragazza, Luiza Melencu, 18 anni, scomparsa ad aprile 2019 nella stessa zona e mai ritrovata. Superfluo aggiungere che almeno Alexandra si poteva salvare.