A Storie Italiane il giallo del 15enne sequestrato per 8 ore poi ritrovato in quel di Napoli: ecco le parole del padre del ragazzo
Il giallo del 15enne sequestrato a San Giorgio Cremano da alcuni criminali senza scrupoli: stava andando a scuola martedì mattina, attorno alle ore 8:00 di mattina, quando alcuni uomini incappucciati lo hanno caricato su un’auto. Uno dei testimoni che ha assistito al rapimento, il gestore di un bar, ha raccontato a Storie Italiane: “Ho visto questo uomo che prendeva il 15enne e lo portava verso l’auto, ho chiesto cosa stessero facendo e dall’auto ed è sceso un altro che mi ha fatto capire di farmi i fatti miei. Noi abbiamo chiamato subito la polizia e i carabinieri e fortunatamente il caso è stato risolto. Non sono riuscito a dormire perchè continuavo a sentire le urla del ragazzo e poteva essere mio figlio”.
Uno dei responsabili del sequestro è un 24enne della zona che in passato ha lavorato con il papà della vittima. Giuseppe, il padre del giovane rapito, ha spiegato: “Quando mi hanno detto che avevano ritrovato mio figlio è stata la telefonata più bella della mia vita, come se mio figlio fosse rinato un’altra volta. Un ringraziamento speciale va alle forze dell’ordine, al di là delle competenze, il valore umano che hanno avuto di non farmi mai sconfortare, riuscire a gestire l’altalenanza di pensieri di questi messaggi che arrivavano”. I sequestratori hanno chiesto al padre del ragazzo di non avvisare la polizia: “Volevano un milione e mezzo di euro, non avevamo queste disponibilità. Era tutto surreale, io pensavo a cosa fare, come riuscire a riportare mio figlio fra le mie braccia”. Un’azione che ha fatto tornare indietro la memoria a diversi decenni fa, quando i sequestri erano all’ordine del giorno in Campania, ma non solo.
15ENNE SEQUESTRATO A NAPOLI, IL PAPA’: “NESSUNA VENDETTA”
Ricordiamo che il povero 15enne è stato incappucciato, ed ha vissuto delle ore terribili, circa 8 ore, prima di essere fortunatamente ritrovato dalle forze dell’ordine e riportato a casa: era stato trattenuto in un appartamento in quel di Barra, a poca distanza da Napoli. “Non c’era nessuna vendetta nei nostri confronti da parte del sequestratore – ha ripreso la parola il padre – noi siamo venuti a conoscenza che fosse lui solo in caserma e quello è stato il momento più crudele: vedere una persona che ha lavorato nell’attività di famiglia di autolavaggio e veniva trattato da persona di famiglia, con affetto, frequentava l’attività anche quando non lavorava, quindi era una persona di casa”.
E ancora: “L’aspetto gravissimo di questa vicenda è che ad oggi pensare che su questo territorio un ragazzo di 24 anni e dei complici, abbia bisogno di fare una cosa così grave significa che a livello territoriale e nazionale noi abbiamo fallito. E’ assurdo che ad oggi noi dobbiamo limitare la libertà dei nostri figli, dobbiamo cercare di vigilarli come se fossero dei prigionieri. Ok al posizionamento dello smartphone ma è tutto relativo visto che a mio figlio l’hanno buttato il telefono. In otto ore cosa è successo? Ci sono ancora indagini in corso, ma mio figlio è stato portato non lontano da casa nostra”.
15ENNE SEQUESTRATO A NAPOLI, IL PAPA’: “PORTATO IN UNA CASA DISABITATA”
Il 15enne è stato portato in un’abitazione a circa 5 minuti dalla sua casa: “Era in una casa disabitata, probabilmente con più di una persona che lo sorvegliava – ha continuato il padre – poi è stato caricato su un’auto e poi è stato rilasciato in un determinato posto”. Il padre ha voluto ringraziare Ciro, il suddetto proprietario del bar: “Che ha chiamato subito i carabinieri, poi il rider di Glovo che ha visto mio figlio imbavagliato, ho avuto quindi anche tanta fortuna in questa vicenda”.
Appena è stato liberato il padre non ci voleva credere: “E’ stata la telefonata più bella della mia vita”, ha ribadito. L’avvocato della famiglia ha aggiunto: “Le indagini vanno ancora avanti. Il primo obiettivo era di ritrovare il ragazzo ed è stato raggiunto in pochissimo tempo. Siamo certi che a breve verrà messa definitivamente la parola fine a questa storia per quanto riguarda gli aspetti di collusione e per capire il movente e le ragioni per cui si è arrivati a tanta ferocia e a tanta efferatezza”. Il padre del 15enne ha voluto precisare: “Ho parlato di sconfitta dello stato ma non giustificando l’atto commesso. Intendevo solo dire quanto sia facile oggi commettere dei reati così gravi, di cose gravi se ne stanno sentendo parecchie. Io intendo la facilità di commettere questi atti gravi, sarà la colpa dei social, delle serie tv… oggi la legge è più forte e presente ma le persone non ragionano prima di fare reati. Noi vogliamo sensibilizzare sulla certezza della pena”.
