I dati Istat, relativi al 2022 mostrano come gli incidenti che coinvolgono i pedoni siano in aumento. Ci sono sempre più morti per strada, soprattutto sulle strisce pedonali. A spiegarlo è Silvia Frisina, delegato di presidenza dell’Associazione Familiari e Vittime della Strada (AFVS). Le sue parole arrivano dopo giorni difficili nei quali le strade italiane hanno fatto registrare una vera e propria strage di pedoni: lunedì è morto Chris Abom, 14 anni, ucciso da un’auto pirata a San Vito di Negrar di Valpolicella; martedì invece è stato travolto a Milano, in viale Umbria, Karl Nasr, 18 anni. Sette persone sono morte solo nell’ultima settimana, 228 dall’inizio dell’anno al 1 agosto.
Frisina, a La Nazione, ha spiegato: “Al primo posto c’è la distrazione soprattutto dovuta all’utilizzo del cellulare, seguono la mancata precedenza, il passaggio con il semaforo rosso e la velocità. Quest’ultima è concausa di quasi ogni incidente stradale. Vi sono poi la guida sotto effetto di alcol e sotto effetto di stupefacenti, condotte sempre più frequenti con, nel 2022, +21,5% e +7,4% delle sanzioni. Anche l’eccesso di velocità ha registrato un aumento del 19,8%. Stiamo parlando di numeri molto alti. C’è un trend in crescita preoccupante”.
Come evitare la strage di pedoni
Sono 228 i pedoni morti dall’inizio dell’anno. Silvia Frisina, delegato di presidenza dell’Associazione Familiari e Vittime della Strada, ha spiegato a La Nazione: “Il 98% degli incidenti stradali avvengono a causa delle nostre scelte, del fattore umano. Dobbiamo lavorare sull’approccio culturale”. Per questo l’Associazione ha lanciato un progetto: “Da due anni e mezzo abbiamo attivato il progetto ‘Ruote ferme, pedoni salvi’ rivolto agli utenti deboli. (…) Persone, che hanno commesso dei reati in violazione al Codice della strada e al Codice penale in riferimento alla circolazione stradale, vengono formati dalla Polizia locale e diventano assistenti pedonali andando a presidiare incroci e attraversamenti stradali a rischio con pettorina catarifrangente e paletta. Se a Milano, in viale Umbria, ci fosse stato un nostro assistente pedonale molto probabilmente quell’incidente si sarebbe potuto evitare”.
Come spiegato ancora da Frisina, “Non esiste una vera e propria mappatura degli incroci pericolosi ma le polizie locali sanno perfettamente quali sono le zone che devono essere attenzionate. A livello generale sono quelle dove c’è una maggiore mobilità e un maggiore afflusso. Viale Umbria, a Milano, è una di queste. Vi sono, poi, gli attraversamenti di fronte alle scuole, nei centri cittadini, quelli interessati nel periodo estivo da un forte flusso di turisti”.