Dopo il burrascoso 2021, l’anno appena passato ha rappresentato un nuovo salto in avanti per il 5 per Mille, ovvero la “donazione” volontaria a diversi enti benefici accreditati. Il sistema, tecnicamente, non rappresenta una vera e propria donazione in senso stretto, perché spetta al cittadino lavoratore decidere di destinare parte delle tasse versate per l’Irpef, in sede di dichiarazione dei redditi, ad uno degli enti accreditati, oppure a destinazione generica.
Il 5 per Mille, insomma, è completamente gratuito, e scegliere di non versarlo non rappresenta un risparmio, perché i soldi non devoluti finiscono ordinariamente nelle casse Irpef. Durante il covid, le donazioni erano calate in modo considerevole, portando nei due anni di pandemia a circa 600 mila versamenti persi. Invece, il 2022, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, citando i dati ufficiali dell’Agenzia delle Entrate, ha portato ad un nuovo aumento, pari a circa 200 mila nuove donazioni per un totale di 16,4 milioni di euro raccolti. Complessivamente, al 5 per Mille nell’ultimo anno sono stati destinati più di 525 milioni di euro, nonostante siano ancora circa il 60% dei cittadini a decidere di rinunciarvi.
5 per Mille: come sono stati spartiti i fondi e il noto del tetto massimo
Nell’ambito del 5 per Mille, riporta ancora l’Agenzia delle Entrate, si contano quasi 80 mila enti accreditati, aumentati rispetto al 2021 di circa 5 mila. Di questi, tuttavia, circa 8 mila sono stati esclusi per vizi nella compilazione delle domande di accesso, mentre ulteriori 7 mila non sono riusciti a raccogliere alcuna firma da parte degli italiani. Tra i 65 mila enti rimasti, sono circa 20 a spartirsi 180 milioni del 525 complessivamente devoluti (rispetto ai 730 milioni raccolti).
Il primo posto della “classifica” del 5 per Mille è occupato, per l’ennesimo anno consecutivo, dalla fondazione Airc per la ricerca sul cancro (68 milioni), mentre il secondo spetta alla fondazione Piemontese che assolve alla stessa funzione (12,4 milioni), quasi a pari merito con Emergency (12 milioni). Ad incidere ulteriormente sulle cifre raccolte, tuttavia, c’è anche il nodo del tetto massimo fissato alle risorse redistribuibili, fissato per il secondo anno consecutivo a 525 milioni di euro, che riducono il totale raccolto di 205 milioni. Un sistema che vale solamente per il 5 per Mille e non per il simile 8 per Mille, finendo per ridurre ulteriormente il gettito destinato agli enti benefici e di ricerca.