“70% terapie intensive occupato da no vax”/ Sileri: “Minacce di morte ai miei figli”
Pierpaolo Sileri a “Storie Italiane” è intervenuto sugli argomenti connessi alla pandemia di Coronavirus: “Luc Montagnier? Premio Nobel sbagliato”

Pierpaolo Sileri, sottosegretario al Ministero della Salute, è intervenuto ai microfoni di “Storie Italiane”, trasmissione di Rai Uno condotta da Eleonora Daniele e andata in onda nella mattinata di venerdì 21 gennaio 2022. In primis, l’esperto ha parlato delle minacce di morte: “Ne ho ricevute prima di diventare senatore – ha spiegato –. Questa mole di persone contro medici e infermieri è antecedente al Covid. Gli attacchi al personale sanitario avevamo già provato a mitigarli con una legge, però l’arrivo della pandemia ha esasperato alcune condizioni, con soggetti fuori dai canoni della normale protesta. A me hanno mandato una busta a casa con calzini spaiati, per minacciare di morte uno o entrambi i miei figli. Ho provato più dispiacere che paura”.
Secondo Sileri, il fenomeno delle minacce ai medici continuerà: “Spesso si tratta di mitomani o di persone che hanno una rabbia che talvolta potrebbe essere gestita diversamente. Sono individui che vanno aiutati a livello psicologico. Vi è una ricerca su Google di notizie che si acchiappano senza verificare. Purtroppo vi è una crescente sfiducia nelle nostre istituzioni”.
PIERPAOLO SILERI: “QUANTE STUPIDAGGINI AFFERMATE DA MONTAGNIER…”
Nel prosieguo del suo intervento a “Storie Italiane”, Pierpaolo Sileri ha asserito che “ancora oggi abbiamo nelle nostre terapie intensive il 70% di persone che non ha aderito alla campagna vaccinale o si è convinto in maniera tardiva. C’è però differenza tra il non vaccinato e il no vax puro: quest’ultimo parla di chip sotto pelle, di controllo da remoto, di tumori post vaccino. C’è poi, invece, semplicemente chi ha paura, scappa, fugge: è normale, è umano. I no vax non capiscono il male che stanno facendo nei confronti degli esitanti, che, mentre aspettano, contraggono il virus e vanno in terapia intensiva, talvolta morendo. La notizia falsa corre di più rispetto alla notizia vera e, a volte, una bugia si radica all’interno del tessuto sociale e tende a diventare verità”.
Non manca peraltro una critica nei confronti del professor Montagnier: “Quando sento un Premio Nobel, Luc Montagnier, affermare certe stupidaggini in piazza, mi vengono i brividi. O gli è successo qualcosa o hanno sbagliato a dargli il Nobel”. Infine, il ruolo dell’informazione, che è decisivo, ma “a volte è stato dato spazio a chi diceva cose palesemente false. Se io fossi tra coloro che negano l’Olocausto, lei mi inviterebbe in trasmissione? Io penso e spero proprio di no…”.
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