A Parigi è stata varata la politica delle pastiglie: gli immobili piccoli convertiti in alloggi a basso costo, aprendo anche ai garage abitabili
In una Parigi che – come buona parte delle altre grandi metropoli europee, e non solo – fatica a fornire alloggi e case ai suoi cittadini, specialmente a quelli meno abbienti che non possono permettersi canoni di locazione eccessivamente alti, la sindaca Anne Hidalgo ha varato quella che è già stata rinominata “politica delle pastiglie” con la quale ambisce a ridare vigore all’edilizia urbana grazie alla riconversione di immobili attualmente destinati ad altre funzioni di secondaria importanza.
Prima di arrivare alla politica delle pastiglie – che naturalmente nulla ha a che fare con la farmacologia – vale la pena ricordare che Parigi è tra le capitali europee più densamente popolate con una superficie complessiva di poco più di 100 chilometri quadrati con più di 2,1 milioni di abitanti pari a una densità di 21mila per km quadrato; rispetto – per esempio – a Roma che viaggia sull’ordine dei 2mila abitanti a km quadrato o anche alla mastodontica New York che si ferma a circa 11mila abitanti a km quadrato.
Ad aggravare la crisi abitativa di Parigi, peraltro, ci sono aspetti (anche questi presenti anche in altre città, ma nuovamente in misura minore) come l’alta densità di parchi e viali, gli alloggi destinati al turismo (circa il 20% del totale) e il crescente numero dei cosiddetti “AirBnB“: l’esito di tutti questi fattori è ben riscontrabile nella perdita di circa il 5% di cittadini a Parigi nell’arco di soli 10 anni; oltre alla diminuzione a una velocità di 8mila all’anno delle abitazioni destinate (e destinabili) alle famiglie.
La “politica delle pastiglie” di Parigi: il piano per riconvertire i piccoli immobili in alloggi economicamente accessibili
Compresa l’entità del problema abitativo che sta vivendo la “piccola” Parigi, sarà più semplice capire perché la sindaca ha ritenuto necessario varare la politica delle pastiglie dalle quale siamo partiti: idealmente l’obbiettivo – tutt’altro che deplorevole – è quello di ridare vigore all’edilizia urbana a prezzi accessibili, arrivando entro il 2035 a una situazione in cui il 40% delle abitazioni saranno (per così dire) “statali”, con il 30% di queste a canoni moderati e le restanti a prezzi comunque vantaggiosi rispetti a quelli dei privati.
Il problema, però, è che essendo una delle principali capitali europee, a Parigi edificare nuovi alloggi richiede necessariamente di abbatterne altre o di privatizzarle ed è qui che entrano in gioco le pastiglie: l’idea è quella di convertire qualsiasi immobile – anche i più piccoli – in abitazioni e l’esempio più lampante di tutto questo è la già attuata conversione nel 17esimo quartiere (o Arrondissement) di un ex garage in 85 abitazioni.
Uno dei principali problemi del progetto sulle pastiglie a Parigi, però, sono gli esorbitanti costi dei quali il comune – già pesantemente indebitato – ha dichiarato che si farà carico (esattamente come per il garage) di una parte e il resto spetterà ai privati che vorranno investire nel progetto; mentre al contempo le principali critiche si concentrano sul fatto che qualcuno vede nel piano solamente una strategia elettorale in vista delle imminenti comunali per garantirsi il voto di una consistente fetta della popolazione.